Letizia annuì, ma non era d’accordo con nessuna delle affermazioni di Simona. Non era d’accordo nemmeno con il verde acceso della sua camicetta, che riprendeva quello delle unghie, o con i suoi tacchi prepotenti sotto il tavolo, o con quella tinta repellente che si faceva ai capelli. Non puoi avere i capelli rossi, la carnagione bianca e la camicetta verde. E la parola “sventola” forse poteva andare bene per una come Simona, ma non c’era bisogno di travestirsi da bandiera per suggerirla.
La felicità non fa rumore, di Olivia Crosio. Giunti
Poiché maggio ha cinque settimane, quale modo migliore di completare i post del mese che con un bel consiglio di lettura?
Tra tutti libri che ho letto in questi giorni, il romanzo di Olivia è quello che mi ha regalato le emozioni più positive.
Hai presente le classiche “sciure” milanesi?
Se le hai presenti, in questo libro le ritroverai precise precise. Se non le conosci, imparerai a conoscerle benissimo.
Cosa più importante, con questo libro riderai. E molto.
Cosa ancora più importante della precedente cosa più importante, con questo libro ti ritroverai a riflettere sul senso delle apparenze, delle buone maniere, di quel vivere “socialmente accettabile” che cercano di inculcarti sin da bambina.
Sai di sicuro di cosa parlo.
Parlo di quando devi sorridere anche se stai male. Non devi infastidire gli altri con i tuoi problemi. Devi essere sempre carina, gentile, presentabile.
Devi vivere senza disturbare, senza occupare spazio, senza muovere l’aria al tuo passaggio.
Devi limitarti a osservare la superficie delle cose e di una vita patinata ma altrettanto sottile e inconsistente delle pagine di una rivista.
Insomma, la felicità non fa rumore. Proprio come non deve farla la vita di una signora per bene.
E se quella vita lì ti ritrovi a viverla anche tu, questo è, nella sua leggerezza, un libro terapeutico. Che ti permetterà di ridere della protagonista, Letizia, e allo stesso tempo di te stessa, se ti riconosci in lei.
Preparati. A volte sarà una risata amara, a volte liberatoria.
Io ho sorriso e riso. Ma mi sono ritrovata a fare i conti anche con somiglianze crude e crudeli. Con un senso di famigliarità che mi ha catapultata nella storia dandomi la sensazione surreale di trovarmi contemporaneamente tra le pagine di un libro e nella realtà.
Una realtà in cui smetti di essere te stessa per educazione, per rispetto, per affetto; ma quando ti stanchi e magari sbotti e tiri fuori qualcosa di te che ha diritto di esistere come tutto il resto, qualcosa che hai tenuto dentro perché ti hanno insegnato a farlo sin da bambina, ecco che le persone a cui hai dato tanto negando tanto di te, dicono che non ti riconoscono più. Quando in realtà non ti hanno mai conosciuta. Quando in realtà sono i primi a preferire la te “sociale”, costretta dai confini di un impeccabile galateo, più rassicurante e più gestibile, rispetto a quella vera. Ma non perché ti vogliono bene, solo perché conviene a loro.
Ecco, se hai dentro queste sensazioni, se sei stanca di vivere una vita sempre abbellita, edulcorata da filtri, leggere La felicità non fa rumore di Olivia Crosio sarà una lettura liberatoria.
E poi, preparati, perché ci sono molte situazioni esilaranti. Un (ex) marito fighissimo in piena crisi di mezza età. Un’amica che si dà al sesso occasionale extraconiugale. Una figlia ribelle (come lo sono tutte le figlie di oggi, che più pensano di essere grandi più si comportano da adolescenti). Nuove conoscenze, amori imprevisti, incontri tra “le nuvole”, amici a quattro zampe.
La scrittura? Mica potrò trascurarla, vero?
Be’, la scrittura di Olivia sa essere ironica e allo stesso tempo romantica; graffiante e sognante; sarcastica e poetica.
Io l’ho trovata perfetta per questo libro.
Ne vuoi un esempio? Ecco qua, la descrizione che Letizia fa di sua figlia Marta.
Si sentiva sola. La casa vuota, senza Marta alla quale sfuggire. Perché Letizia aveva timore di sua figlia. La spaventavano i capelli che assomigliavano ai raggi di un sole implacabile, quegli occhi sempre fiammeggianti, la voce che usciva calda dal petto come se ogni parola le nascesse direttamente dal cuore, l’energia che pareva capace di spostare gli oggetti, le persone, le case. Letizia non voleva essere spostata; voleva restare dov’era, al sicuro e all’oscuro. Quella figlia diventata indomabile non era più sua: apparteneva al mondo, adesso, aveva amici che lei non conosceva e turbolenze interiori che non le confidava. Era stata una bambina allegra e sempre sorridente, un po’ strana, diversa, forse, ma questo era stato un motivo di orgoglio per lei. A un certo punto, però, l’aveva smarrita. Era accaduto durante le scuole medie, quando i piccoli bronci che duravano lo spazio di poche ore si erano trasformati in musi di giorni, gli sguardi mortificati in lampi di sfida, le chiacchiere bambinesche in silenzi venefici. Marta era cresciuta, si era espansa come un fiume in piena, mentre Letizia si era ristretta, si era autoconfinata.
Qualcuno su Amazon lo ha definito un libro da ombrellone. Un ombrellone colorato, luminoso, divertente, ma anche ampio, robusto, di quelli che quando scoppia un temporale estivo sanno proteggerti e farti ammirare il mondo che ti circonda senza volare via di colpo e senza lasciarti indifesa sotto la pioggia.
TU HAI GIÀ LETTO QUESTO LIBRO? COSA NE PENSI?
Photo Credits: Edy Tassi TradAutrice
Lascia un commento