La tua idea potrebbe diventare il prossimo “Harry Potter”. Come ti suona questa affermazione? Mica male, eh? A chi non piacerebbe un’idea così? Un’idea vincente, spettacolare, di quelle che ti garantiscono milioni di lettrici e, oserei dire, altrettanti guadagni? Purtroppo, però, non tutte le idee nascono con questo potenziale. Ecco perché ho pensato di scrivere un post con il quale rivelarti un semplice test che mi ha insegnato l’esperienza.
Quindi, partiamo da me.
Nel cassetto, che nel mio caso è più un raccoglitore, conservo tutta una serie di idee. Sono idee che mi hanno colpita, incuriosita, divertita. Sono idee che mi vengono in mente mentre leggo una rivista, o mentre ascolto qualcuno che parla, o quando sono in giro e osservo le persone attorno a me (questi sono alcuni metodi che ti consiglio per non rimanere mai senza). Le idee arrivano un po’ da tutte le parti e se ne trovo una che mi intriga in modo particolare, la annoto, in modo da poterla riguardare con calma in un secondo momento.
Dico “riguardare con calma”, perché ho imparato sulla mia pelle che non tutte le idee sono così favolose come sembrano e meritano di lanciarsi subito a digitare sulla tastiera fino a farsi fumare le dita.
Il killer che non sapeva di esserlo
Anni e anni fa, prima di pubblicare qualsiasi cosa, avevo puntato la mia carriera di scrittrice su un’idea che non sono mai riuscita a portare a termine. Era un thriller, di quelli cruenti (perché allora mangiavo pane e Stephen King, pane e Thomas Harris, pane e Tess Jerritsen). In questa storia, l’idea, il twist intrigante prevedeva che la mia protagonista fosse una serial killer… a sua insaputa.
Sì, lo so, a leggere queste poche parole, uno pensa, che figata! Anche a me sembrava (e sembra tutt’ora) una figata. Ma questa idea non si è mai trasformata in romanzo, nonostante io allora ne avessi scritte già una cinquantina di pagine. Perché?
Un’idea non è una trama.
Scrivere un romanzo è una maratona, lo avrai già sentito dire.
Mantenendo la metafora, però, l’idea non è neanche l’equivalente dello sprint iniziale. È l’iscrizione. Il primo passo, importantissimo, certo, che non ti garantisce nemmeno di arrivare alla riga di partenza. Per arrivare a quella, e lanciarti, hai bisogno di capire se la tua idea è abbastanza valida da trasformarsi in trama.
La mia idea della serial killer aveva l’elemento di novità che serve per catturare l’attenzione (può anche capitare che qualcuno uccida involontariamente, se però sei una serial killer, difficilmente non te ne rendi conto, giusto?), ma in quel momento avevo cominciato a scrivere senza verificare che potesse diventare una trama. Non l’avevo testata.
Il test per verificare la tua idea.
Il modo più semplice per testare un’idea è scriverne la storyline.
In inglese, storyline significa trama, ma più tecnicamente, una storyline è lo sviluppo di un’idea in una, massimo due frasi. È, in pratica, la risposta alla domanda: di cosa parla il tuo libro?
Se sai cosa rispondere, oltre ad avere uno strumento di marketing molto valido (quante volte qualcuno ti ha posto questa domanda e tu non sapevi cosa rispondere?), hai anche in mano la chiave per decidere se la tua idea è valida o no.
Per scrivere una storyline devi rispondere a poche, semplici domande.
- Chi?
- Cosa?
- Dove?
- Perché?
Sono domande familiari a chi scrive, ma fondamentali per testare un’idea. Se non hai un chi, un cosa, un dove e un perché, difficilmente hai tra le mani una storia e forse è meglio non investire mesi o anni del tuo tempo per concretizzare un’idea senza potenziale.
Nel mio caso, per esempio, avevo il Chi (una serial killer che non sa di esserlo), avevo un Dove generico (Como), ma non avevo il Cosa e il Perché. Proviamo a lavorarci ora? Per divertimento?
Anna (chi), una donna mite e affettuosa, è ospite di un’amica e di suo marito (dove). L’uomo, che è un commissario di polizia, sta indagando su un pericoloso serial killer (perché). Mentre è da loro, qualcuno cerca di uccidere l’uomo (cosa). Lo sgomento di Anna è enorme, ma mai così grande quanto lo sconcerto di scoprire, giorno dopo giorno, che l’assassina potrebbe essere lei (twist)!
Così abbiamo molto più contesto e, tendenzialmente, anche una storia, non credi?
Certo, gli elementi mancanti sono ancora molti, di strada ce n’è da fare. Ma individuando il chi, il cosa, il dove e il perché (non il “come” che, è di fatto, è lo sviluppo della trama) ti rendi conto se hai davvero in mano un progetto sul quale vale la pena investire del tempo o no. (Se vuoi scoprire altri criteri per testare un’idea, li trovi qui)
E se il test va male?
Gli elementi di base possono nascondersi a chi non sa di doverli cercare. Succede.
Ma se provi a mettere in pratica questo test e ti rendi conto di non riuscire a trovarli nemmeno con uno sforzo consapevole, forse, quella che hai in mano è sì un’idea, che però non ha il potenziale per trasformarsi in una trama.
A questo punto hai tre alternative.
Scartarla, accantonarla nel “pensatoio” per un po’ e vedere se con il tempo se ne ricava qualcosa di meglio, o provare ad applicare una delle strategie che ti suggerisco in questo post!
SE STAI SCRIVENDO UNA STORIA, PROVA AD APPLICARE QUESTO TEST ALLA TUA IDEA E FAMMI SAPERE SE IL RISULTATO TI È STATO DI AIUTO.
Lascia un commento