Il mio capo è un bastardo. Come sopravvivere alla giungla del lavoro
È statistico: nel corso della nostra vita lavorativa è quasi impossibile non incappare in un capo bastardo. Ergo, è fondamentale imparare ad averci a che fare. Con intelligenza, astuzia e una buona dose di strategia. Con ironia e faccia tosta, questo libro vi insegna ad affrontare e risolvere i problemi che un capo bastardo, per definizione, pone: dalla presa di consapevolezza, agli atteggiamenti più proficui da tenere nelle peggiori situazioni, fino all’affermazione di sé. Per uscire vincitori dalla lotta. In base a quello che l’autore chiama Modello Serengeti, i capi si distinguono in quattro tipologie, riconducibili ad altrettanti animali. La prima cosa da fare è stabilire con quale animale si ha a che fare. È un coccodrillo o un leone? Un suricato (ok, è come Timon, il piccolo roditore de Il re leone) o un elefante? Una volta determinata la tipologia, potete stare tranquilli: capiterà due giorni in un millennio che il capo deroghi dal suo comportamento standard. Per sconfiggere il nemico bisogna conoscerlo, e con i suggerimenti di questo libro e il kit personale di sopravvivenza che potrete costruirvi da soli, riuscirete a ribaltare a vostro favore anche la più disperata delle situazioni. Senza esservi fatti nemmeno un graffio.
Il bosco dei biancospini
Intorno a un paesino irlandese e al suo antico santuario nel bosco (minacciato di distruzione per far posto a un’autostrada) si intrecciano le tante vicende di tutti coloro che, nel corso degli anni, vi sono andati in pellegrinaggio, ognuno con un peso sul cuore. Lilly a cui hanno rapito la bambina, suo marito che è diventato ubriacone, Helen che vuole tanto diventare madre, Judy che cerca marito, Vera l’anziana zitella che si è invaghita di un uomo più giovane di lei, e poi tutta una umanissima galleria di personaggi, con i loro vizi e le virtù.
Mamma senza stress. Manuale antipanico per mamme imperfette
La maternità è un evento sconvolgente per ogni donna. Dal momento del concepimento, la futura mamma si sente sempre più proiettata in un’altra dimensione, dove via via sparisce la “propria” vita. Come è stata fino ad allora, ed emerge lo spettro del confronto con la madre, la suocera, le amiche… Tutte ben liete di prodigarsi in consigli o in ammonimenti, talvolta dai toni terroristici. Intorno al lieto evento si materializzano paure di non farcela, senso di inadeguatezza, confronti per modelli impossibili, timori per la perdita dei propri spazi: quella che l’autrice definisce la Sindrome della Madre Incapace… Questa guida rappresenta un utile conforto, prima di tutto perché placa l’ansia di rendimento della neomamma: il genitore perfetto non esiste, per crescere un bambino bastano naturalezza e buon senso, e qualche avvertenza. Come i tanti piccoli consigli sparsi per il libro, dalle ricette per lo svezzamento alle considerazioni sulla vita sessuale post-parto.