Innanzitutto, sai cos’è la suspension of disbelief?
A coniare per primo questo termine è stato Samuel Taylor Coleridge, nel lontano 1817, per indicare quel meccanismo mentale per cui il lettore è disposto a leggere una storia fingendo di credere che tutto quello che racconta sia vero (o almeno possibile), anche se non lo è.
Diciamo quindi che si tratta di un gesto molto generoso, non credi? A quanto pare, le tue lettrici sono disposte a credere a qualsiasi cretinata/sparata/corbelleria ti salti in mente di scrivere.
A patto che.
Che tu la metta in condizione di farlo e non ti complichi la vita commettendo tutta una serie di piccoli grandi errori. Perché la suspension of disbelief non è una cosa scontata. È la predisposizione d’animo con cui una lettrice si avvicina al tuo lavoro ma che può cambiare repentinamente in qualsiasi momento.
E cosa succede a questo punto? Che la lettrice prende il tuo libro e lo chiude. Magari per sempre. Con la fatica che si fa ad attirare lettori in questo difficile mondo editoriale, di sicuro questo non è il destino che desideri per il frutto delle tue fatiche.
Ecco allora alcuni brevi consigli su cosa fare o non fare per mantere salda la suspension of disbelief delle tue lettrici.
Cosa fare
- Creare un mondo coerente. Se decidi che la tua protagonista sa leggere nel pensiero, o riconoscere cinquanta tipi diversi di tè solo annusandoli, o recitare al contrario qualsiasi frase le venga proposta, questa sua capacità deve restare costante per tutto il romanzo. Se decidi che nel paese in cui vive le macchine hanno tre ruote, devi ricordartelo per tutto il romanzo. E fin qui probabilmente ti stai dicendo “ci mancherebbe altro”. Ma è importante mantenere la coerenza anche nelle cose più piccole. Tipo il colore degli occhi, il piano a cui abita, la sfumatura del suo rossetto o il sentore del suo profumo. E credimi, questi errori sfuggono. In Non c’è gusto senza te, purtroppo, ne sono sfuggiti diversi (ma nella versione digitale li abbiamo corretti!) e ancora oggi provo un leggero mancamento ogni volta che ci penso.
- Crea personaggi in cui la tua lettrice si può riconoscere. Sbizzarrisciti pure con streghe, fate, sirene, vampire, ma anche con supereroine e compagnia bella. L’importante è che la tua protagonista abbia delle caratteristiche che possono far scattare l’immedesimazione. Paure, manie, tratti negativi… Una passione smodata per gli smalti, una paura paralizzante nei confronti della velocità. La tua protagonista deve essere tridimensionale e in questa tridimensionalità la lettrice deve trovare qualcosa che le appartiene.
- Crea ambientazioni logiche. Puoi anche inventarti un mondo parallelo in cui i figli si comprano su Amazon, oppure un paesino sperduto nella campagna irlandese dove tutti discendono dai vichinghi, ma all’interno del tuo mondo o del tuo villaggio, tutto quello che accade deve avere un collegamento logico con la descrizione che hai fatto dell’ambiente.
- Crea personaggi imperfetti. Qui te ne parlo in modo più dettagliato, ma per quanto riguarda la suspension of disbelief è importante che la tua protagonista non sia una hacker pazzesca, sforni torte come nonna Papera, sia bella come Charlize Theron e più amabile di un orsetto di peluche. Impara a bilanciare tratti positivi e negativi.
- Evita le coincidenze favorevoli (e sfavorevoli). Alla tua protagonista si fora una gomma e lei, oh guarda, sa cambiare le gomme. L’amica della tua protagonista si rompe una gamba e lei, oh guarda, ha fatto giusto giusto un diploma di infermiera di cui fino a quel momento non si sapeva nulla. Se la tua protagonista ha una qualche dote che potrebbe tornarle utile, lascialo intendere molto prima che questa dote venga utilizzata. Altrimenti sembrerà tutto pretestuoso.
- Non rederti visibile. Non far vedere i fili che tiri, non condizionare il comportamento dei tuoi personaggi sulla base di quello che tu credi giusto o meno. Tu non sei la tua protagonista. Lei è lei e il suo comportamento deve essere coerente con quello che è, non con quello che sei tu.
Ricorda, la suspension of disbelief è una fune sottile sospesa nel vuoto. Basta una piccola vibrazione per far capitombolare giù il tuo libro.
ORA TOCCA A TE! HAI MAI LETTO UN LIBRO E PENSATO… «MA DAI, QUESTA NON ME LA BEVO MANCO MORTA!»? SE TI VA, RACCONTAMELO, È SEMPRE UTILE ANALIZZARE QUESTI TRANELLI, PER EVITARE DI CADERCI!
Photo Credits: Edy Tassi TradAutrice
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