Gli anglosassoni, si sa, hanno grande fantasia e, soprattutto, il dono della sintesi. Riescono a condensare in poche parole, e a volte in una sola molto evocativa, i lunghi panegirici che noi siamo costretti a utilizzare per descrivere, raccontare, identificare una certa cosa, un certo gesto, una certa azione.
Un giorno stavo leggendo un libro inglese (un guilty pleasure di cui vi parlerò) dedicato alla scrittura e mi sono imbattuta in una serie di termini o espressioni che mi hanno dato l’idea per scrivere questo post, dedicato allo slang per scrittori. Espressioni divertenti che, come dicevo all’inizio, cristallizzano in poche parole ampi significati. Divertitevi a scoprirle con me:
– Pantser: chi scrive seguendo l’istinto. Il termine nasce dall’espressione to fly by the seat of your pants che indica appunto un’azione svolta basandosi sulle sensazioni, in modo istintivo, senza pianificare o utilizzare strumenti. Identifica gli scrittori che, semplicemente, cominciano a scrivere senza sapere cosa scriveranno, dove li porterà la storia, chi sono i loro personaggi, cosa vogliono ecc…
– Plotter: chi pianifica in anticipo la storia che scriverà. I plotter sono gli scrittori che, ancora prima di digitare la prima parola, sanno già cosa accadrà ai loro personaggi. Sono quelli che creano sinossi dettagliatissime, scalette, schede personaggi. Non lasciano nulla all’improvvisazione, o comunque le concedono uno spazio d’azione molto limitato.
– Purple Prose: è lo stile di scrittura ridondante, quello pieno di aggettivi, quello in cui le pagine sono piene di parole ma la storia non procede. Molti autori famosi utilizzano la purple prose, citata per la prima volta da Orazio, che nella sua Ars Poetica parla di brandelli/fronzoli di porpora per indicare arricchimenti, abbellimenti. Una prosa accurata è fatta di dettagli, ma quando i dettagli diventano troppi, ecco che si cade nella purple prose.
– Beige Prose: l’esatto contrario della purple prose. Una prosa scarna, succinta, che descrive i fatti e le azioni senza tanti fronzoli, in modo diretto. Non è però detto che sia migliore della purple prose, perché se un autore non è capace di usarla bene, la beige prose rischia di mancare di pathos e di non coinvolgere.
– Transparent Prose: la salomonica via di mezzo fra purple prose e beige prose. Indica una prosa così leggera, ma così coinvolgente da diventare, appunto, invisibile, perché il lettore si immerge nella storia e non vede più le parole, le frasi, l’abbondanza o la scarsezza di aggettivi, ma vede solo la vicenda, si appassiona alle sorti dei protagonisti.
– Head hopping: il nostro POV ballerino. Quando l’autore continua a entrare e uscire dalla testa dei personaggi come una pulce che saltella sul dorso di un cane. Non fa in tempo ad appoggiarsi in un punto, che già è balzata da un’altra parte. Alla pulce non succede niente di grave, ma ai lettori causa disorientamento, fastidio e forse anche l’orticaria.
– Hitchcock tecnique: un espediente stilistico con il quale lo scrittore dà al lettore informazioni che i protagonisti del libro non possiedono e devono scoprire. Si tratta di una tecnica intrigante perché il lettore che sa qualcosa che un certo personaggio non sa è curioso di scoprire come questi reagirà al momento buono.
– Expository lump: una spiegazione troppo lunga, ridondante, prolissa e spesso non così necessaria, che fa inciampare il lettore. Un paragrafo pieno di informazioni, dettagli su un luogo o un personaggio. Abbastanza simile all’ info-dumping, è come un masso che cade all’improvviso sulla strada, impedendo di proseguire.
– Fred: la mente inconscia dello scrittore, quella che di solito si fa viva in sogno, mentre si fa la spesa o si prepara la cena per la famiglia. Meglio tenere sempre un taccuino a portata di mano, perché Fred entra in azione in qualsiasi momento. Anche mentre si è sotto la doccia.
– On-the-nose dialogue: un dialogo che non lascia spazio a fraintendimenti. I personaggi dicono le cose come stanno senza dare adito a dubbi o obbligare il lettore a interpretare le loro parole. In questo caso però il dialogo non intriga. Nella vita reale raramente le persone dicono esattamente quello che pensano senza censurare nulla, senza omettere qualcosa. Inoltre, a volte è meglio che i personaggi esprimano quello che pensano davvero in altri modi. Magari dicono una cosa, ma con il corpo ne esprimono un’altra.
– Railroad dialogue: Un dialogo in cui i personaggi dicono quello che vuole l’autore e non quello che direbbero logicamente in una conversazione naturale. Dicono quello che l’autore ha bisogno che dicano.
– Railroad Plot: una trama in cui gli eventi accadono come più conviene all’autore. Una trama innaturale, costruita, talvolta perfino illogica.
– Railroading: scrivere obbligando i personaggi a fare certe cose perché si vuole che le facciano.
– “Save the cat” scene: una scena pensata apposta per mettere in luce un tratto positivo di un protagonista, un suo pregio, una sua dote morale.
– Skaz: una narrazione in prima persona più simile alla lingua parlata che alla lingua scritta, fatta di slang, errori grammaticali, modi di dire, intercalare ecc… Spesso è scritta al presente.
– Vase/Two Faces Plot: Avete presente l’immagine del vaso che, guardandola meglio, si scopre essere invece l’immagine di due profili? Ecco, questa espressione indica una trama nella quale le cose non sono come sembrano. Una trama in cui il lettore pensa di avere capito tutto, e invece con un twist scopre di non aver capito nulla.
– Window Metaphor: una finestra di vetro trasparente lascia vedere con esattezza cosa c’è dall’altra parte (la metafora quindi è chiarissima) ma il vetro stesso passa quasi completamente inosservato; una finestra di vetro intagliato lascia vedere cosa c’è dall’altra parte ma l’occhio coglie anche la bellezza del vetro stesso; una finestra di vetro smerigliato o colorato può impedire la visuale, ma il vetro stesso può essere un capolavoro. Ogni scrittore deve capire che tipo di metafora usare e quale i suoi lettori potrebbero apprezzare di più.
Questi sono solo alcuni esempi. Li avevate mai sentiti? Ne conoscete altri? Fatemi sapere!
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