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Edy Tassi

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Racconta il tuo Natale

Edy Tassi | 2 Dicembre 2020 | Vita da autrice

Vuoi giocare con me al gioco del Canto di Natale?  Mi riferisco al racconto di Charles Dickens, quello in cui Scrooge viene visitato dai tre spiriti del Natale.

A dicembre, i miei post sono sempre un po’ meno operativi e un po’ più ispirazionali. Il periodo natalizio è, anche in tempi di pandemia, un momento di gioia, di raccoglimento, di riflessione. Ci facciamo coccolare da camini accesi, da libri e coperte sul divano, dalla vicinanza delle persone a cui vogliamo bene.

Anche chi non ama il Natale, può trovare in questi giorni la magia di tempi rilassati, di rami secchi che scricchiolano, di quel bicchiere di vino in più, sorseggiato prima di cena.

Ognuna di noi ha il suo Natale, ha dentro di sé aspetti del Natale che ama e che odia. Ognuna di noi è un po’ Cratchit e un po’ Scrooge.

Per questo vorrei giocare con te a questo gioco, come se fossimo le Scrooge di turno.

I NATALI PASSATI

Nella mia mente, i Natali passati si dividono in due fasi ci sono i Natali prima della separazione dei miei e i Natali dopo la separazione dei miei.

I Natali prima erano natali gioiosi, con la famiglia, per quanto non numerosissima, tutta radunata attorno al tavolo. Mia madre, mia nonna e la mia bisnonna, i giorni precedenti, riempivano spianatoie su spianatoie di tortellini fatti a mano. Il brodo sobbolliva nei pentoloni. C’erano sempre i canapè e la zuppa inglese. La sera della vigilia, facevo una fatica immensa ad addormentarmi perché sapevo che doveva arrivare Babbo Natale e il mattino seguente, dove non c’erano stati altro che il divano e le poltrone, trovavo decine di pacchetti da aprire. Si giocava a tombola. Erano bei Natali.

I Natali dopo sono diventati un’altra faccenda. Innanzitutto, potevo trascorrere la vigilia e la mattina di Natale da una parte, la sera di Natale e Santo Stefano dall’altra. Tutti mi dicevano che così festeggiavo due volte, ma a me non è mai sembrato questa gran meraviglia. Dovevo brindare e fare gli auguri a pranzo in una casa, alzarmi con il boccone ancora in gola e andare nell’altra casa, dove non avevano pranzato perché aspettavano me, e ripetere i brindisi, gli auguri senza aver ancora digerito quello che avevo mangiato poche ore prima. Era tutto abbondante, tutto forzato.

I NATALI PRESENTI

Oggi festeggio il Natale con la famiglia che mi sono costruita. Mio marito, le nostre due figlie, mia madre, che dei quattro nonni è l’unica ancora con noi. Siamo pochi. In realtà siamo sempre stati pochi. Io e mio marito siamo figli unici. E siamo figli di due figli unici. Nonostante i miei tentativi di allargare il cerchio, ho scoperto che a Natale i cerchi tendono a farsi più stretti o più serrati e che è difficile aprire e agganciarsi a quelli degli altri. Nonostante ciò, se i Natali passati si sono moltiplicati, perché dovevo festeggiarne due invece che uno, i Natali presenti si espandono. Comprendono sempre più giorni e preparativi. Sono i Natali delle decorazioni create in casa con le ragazze, dei calendari dell’Avvento condivisi, degli auguri che arrivano da nuove, preziose amiche lontane e ogni giorno suona il campanello, con un pacchettino, una busta. Sono i Natali della famiglia del cuore, non solo di quella biologica.

I NATALI FUTURI

Come saranno? Probabilmente ancora più solitari, a un certo punto, quando le nostre figlie prenderanno la loro strada (una delle quali potrebbe portare oltreoceano). Però posso provare a immaginare come li vorrei. Per esempio, mi piacerebbe organizzare un pranzo con tutte le mie amiche, magari la vigilia, o perché no, proprio il giorno di Natale! Mi piacerebbe trascorrerli da degli amici che vivono a Chicago, con tanta, tanta neve. Sarebbe bello viverli in un rifugio, da qualche parte, dove la tecnologia non arriva, ma i libri sì. Oppure, per una volta, ritrovarmi con tutti i cugini, con noi adulti che chiacchieriamo a tavola e i ragazzi che si rintanano a gruppetti un po’ qui e un po’ là, per tutta la casa. Trascorrere il mese di dicembre senza lavorare, nemmeno un giorno, ma dedicarsi a creare ghirlande, cucinare biscotti, guardare le luminarie delle città con il naso in su e prendersi tutto il tempo per cercare il regalo perfetto per ogni singola persona del cuore.

ORA PROVA TU

Il Natale è un momento intenso perché ci fa notare quello che abbiamo e quello che non abbiamo. La nostalgia che proviamo, per qualcosa che non c’è, indica la strada da imboccare per curare una ferita. La gioia ci aiuta a consolidare quello che ci fa stare bene.

Perciò ora prova tu! Come sono stati i tuoi natali passati, come sono quelli presenti e come potrebbero essere quelli futuri? Cosa c’era e cosa mancava, cosa c’è e cosa manca? Cosa vuoi conservare in futuro e cosa cambiare?

Se ti va, condividi nei commenti le tue riflessioni e raccontami in che direzione ti spingono la nostalgia e la gioia.

HAI GIÀ PENSATO A TUTTI I REGALI DI NATALE? ANCHE QUELLO PER TE? SE SEI ANCORA INDECISA, IO HO QUELLO CHE TI SERVE. UNA MERAVIGLIOSA AGENDA PENSATA SOLO PER CHI SCRIVE E HA UN LIBRO NEL CUORE O NEL CASSETTO. REGALATELA E RENDI SPECIALE QUESTE FESTE, PROGETTANDO IL TUO LIBRO PIÙ BELLO

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Grazie a chi, in questo 2022, c’è stato, è arr Grazie a chi, in questo 2022, c’è stato, è arrivato o è tornato. A chi ha condiviso giorni o minuti. A chi mi ha capita o messa in discussione. A chi ha trasformato 365 giorni anonimi in qualcosa di speciale.
[CITAZIONE] Le osservò i capelli biondi, chiari c [CITAZIONE]
Le osservò i capelli biondi, chiari come fili di madreperla lucente e provò la tentazione di farseli scorrere tra le dita. Ma si trattenne. Lo sguardo azzurro di Anais era così carico di elettricità che, probabilmente, se l’avesse toccata sarebbe stato sbalzato direttamente fuori dal locale in uno sfrigolio di scintille.
«Cosa ci fai qui?» gli chiese, con le guance arrossate, forse per l’escursione termica tra il dentro e il fuori. Forse… per lui?
«Ho bisogno di parlarti.»
«Non parlo con i giornalisti.»
Ovviamente.
London accennò con la testa a Tizio. «Solo con i buttafuori?»
«E i ballerini.»
«Buono a sapersi.»
Anais gli rivolse un’occhiata sospettosa. Abbassò la cerniera del giaccone con un movimento brusco e se lo scrollò dalle spalle.
London le indicò la sedia con un gesto cavalleresco. «Prego.»
Una breve esitazione, poi Anais gli passò accanto. London trattenne il fiato.
Il piano era avvicinarla e in qualche modo chiederle di Morgan. Ma la cosa si stava facendo più difficile del previsto. Lui le difficoltà le aveva previste quasi tutte, ma non che avvicinarla avrebbe significato anche sfiorarla.

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[OGGETTO MISTERIOSO] Nella novella, London riesce [OGGETTO MISTERIOSO]
Nella novella, London riesce a ottenere l'occasione professionale che desidera grazie a un oggetto. Quale?
Una chiave antica?
Un prezioso sonaglio per neonato?
O una campanella in argento?
Leggi la novella e scoprilo!

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[IL DRINK DI DAC] 
In Dance at Christmas, London è un uomo raffinato ed elegantissimo che ovviamente quando non va al bar non può ordinare un semplice Spritz! Nella novella infatti beve un Boulevardier. Lo conosci?
Il Boulevardier è un cocktail nato nel 1927, come variante del Negroni.  L'origine del cocktail è attribuita a Harry Mc Elhone, barman dell'Harry's Bar di Parigi. Harry Mc Elhone preparò allo scrittore Erskine Gwynne un drink a base di Vermouth dolce, Bourbon Whiskey e Campari, riportato nel libro "Barflies and Cocktail" del 1927 con il nome "Boulevardier" in onore all'omonimo mensile di moda redatto dallo stesso scrittore.
Se vuoi provare a cimentarti, ecco come si preparara:
30 ml di whisky
30 ml di vermut
30 ml bitter campari
scorza di limone qb

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[LA BOX] Per festeggiare l'uscita di Dance at Chri [LA BOX]
Per festeggiare l'uscita di Dance at Christmas ho creato una box limited edition.
Al suo interno ho messo:
- una bomba da bagno a forma di stella
- una tisana di Natale sufficiente per almeno due infusioni
- un sacchetto di biscotti glassati a forma di fiocco di neve
- una copia cartacea della novella
- l'elenco ingredienti della tisana e dei biscotti.

Ne vuoi una? Scrivimi in DM per acquistarla. Ne sono rimaste 2!

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