Vuoi giocare con me al gioco del Canto di Natale? Mi riferisco al racconto di Charles Dickens, quello in cui Scrooge viene visitato dai tre spiriti del Natale.
A dicembre, i miei post sono sempre un po’ meno operativi e un po’ più ispirazionali. Il periodo natalizio è, anche in tempi di pandemia, un momento di gioia, di raccoglimento, di riflessione. Ci facciamo coccolare da camini accesi, da libri e coperte sul divano, dalla vicinanza delle persone a cui vogliamo bene.
Anche chi non ama il Natale, può trovare in questi giorni la magia di tempi rilassati, di rami secchi che scricchiolano, di quel bicchiere di vino in più, sorseggiato prima di cena.
Ognuna di noi ha il suo Natale, ha dentro di sé aspetti del Natale che ama e che odia. Ognuna di noi è un po’ Cratchit e un po’ Scrooge.
Per questo vorrei giocare con te a questo gioco, come se fossimo le Scrooge di turno.
I NATALI PASSATI
Nella mia mente, i Natali passati si dividono in due fasi ci sono i Natali prima della separazione dei miei e i Natali dopo la separazione dei miei.
I Natali prima erano natali gioiosi, con la famiglia, per quanto non numerosissima, tutta radunata attorno al tavolo. Mia madre, mia nonna e la mia bisnonna, i giorni precedenti, riempivano spianatoie su spianatoie di tortellini fatti a mano. Il brodo sobbolliva nei pentoloni. C’erano sempre i canapè e la zuppa inglese. La sera della vigilia, facevo una fatica immensa ad addormentarmi perché sapevo che doveva arrivare Babbo Natale e il mattino seguente, dove non c’erano stati altro che il divano e le poltrone, trovavo decine di pacchetti da aprire. Si giocava a tombola. Erano bei Natali.
I Natali dopo sono diventati un’altra faccenda. Innanzitutto, potevo trascorrere la vigilia e la mattina di Natale da una parte, la sera di Natale e Santo Stefano dall’altra. Tutti mi dicevano che così festeggiavo due volte, ma a me non è mai sembrato questa gran meraviglia. Dovevo brindare e fare gli auguri a pranzo in una casa, alzarmi con il boccone ancora in gola e andare nell’altra casa, dove non avevano pranzato perché aspettavano me, e ripetere i brindisi, gli auguri senza aver ancora digerito quello che avevo mangiato poche ore prima. Era tutto abbondante, tutto forzato.
I NATALI PRESENTI
Oggi festeggio il Natale con la famiglia che mi sono costruita. Mio marito, le nostre due figlie, mia madre, che dei quattro nonni è l’unica ancora con noi. Siamo pochi. In realtà siamo sempre stati pochi. Io e mio marito siamo figli unici. E siamo figli di due figli unici. Nonostante i miei tentativi di allargare il cerchio, ho scoperto che a Natale i cerchi tendono a farsi più stretti o più serrati e che è difficile aprire e agganciarsi a quelli degli altri. Nonostante ciò, se i Natali passati si sono moltiplicati, perché dovevo festeggiarne due invece che uno, i Natali presenti si espandono. Comprendono sempre più giorni e preparativi. Sono i Natali delle decorazioni create in casa con le ragazze, dei calendari dell’Avvento condivisi, degli auguri che arrivano da nuove, preziose amiche lontane e ogni giorno suona il campanello, con un pacchettino, una busta. Sono i Natali della famiglia del cuore, non solo di quella biologica.
I NATALI FUTURI
Come saranno? Probabilmente ancora più solitari, a un certo punto, quando le nostre figlie prenderanno la loro strada (una delle quali potrebbe portare oltreoceano). Però posso provare a immaginare come li vorrei. Per esempio, mi piacerebbe organizzare un pranzo con tutte le mie amiche, magari la vigilia, o perché no, proprio il giorno di Natale! Mi piacerebbe trascorrerli da degli amici che vivono a Chicago, con tanta, tanta neve. Sarebbe bello viverli in un rifugio, da qualche parte, dove la tecnologia non arriva, ma i libri sì. Oppure, per una volta, ritrovarmi con tutti i cugini, con noi adulti che chiacchieriamo a tavola e i ragazzi che si rintanano a gruppetti un po’ qui e un po’ là, per tutta la casa. Trascorrere il mese di dicembre senza lavorare, nemmeno un giorno, ma dedicarsi a creare ghirlande, cucinare biscotti, guardare le luminarie delle città con il naso in su e prendersi tutto il tempo per cercare il regalo perfetto per ogni singola persona del cuore.
ORA PROVA TU
Il Natale è un momento intenso perché ci fa notare quello che abbiamo e quello che non abbiamo. La nostalgia che proviamo, per qualcosa che non c’è, indica la strada da imboccare per curare una ferita. La gioia ci aiuta a consolidare quello che ci fa stare bene.
Perciò ora prova tu! Come sono stati i tuoi natali passati, come sono quelli presenti e come potrebbero essere quelli futuri? Cosa c’era e cosa mancava, cosa c’è e cosa manca? Cosa vuoi conservare in futuro e cosa cambiare?
Se ti va, condividi nei commenti le tue riflessioni e raccontami in che direzione ti spingono la nostalgia e la gioia.
HAI GIÀ PENSATO A TUTTI I REGALI DI NATALE? ANCHE QUELLO PER TE? SE SEI ANCORA INDECISA, IO HO QUELLO CHE TI SERVE. UNA MERAVIGLIOSA AGENDA PENSATA SOLO PER CHI SCRIVE E HA UN LIBRO NEL CUORE O NEL CASSETTO. REGALATELA E RENDI SPECIALE QUESTE FESTE, PROGETTANDO IL TUO LIBRO PIÙ BELLO
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