Prima che la terminologia anglosassone prendesse il sopravvento nel campo della scrittura creativa, scommetto che, come me, non avevi mai sentito parlare di romanzi plot-driven e character-driven.
Molto probabilmente dividevi le tue letture in romanzi classici e romanzi di genere. Oppure in romanzi noiosi e romanzi avvincenti.
Anche io.
Di solito i romanzi noiosi erano quelli che mi obbligavano a leggere a scuola, quelli avvincenti erano quelli che mi sceglievo da sola.
Per intenderci, Niente di nuovo sul fronte occidentale era un classico noioso. La Storia Infinita era un fantasy avvincente.
Tuttavia, negli ultimi anni le distinzioni si sono arricchite di questi due nuovi termini: character-driven e plot-driven, appunto.
Sai cosa vogliono dire? E se sei una scrittrice, sai a quale categoria appartengono i romanzi che scrivi tu?
Character-Driven è un romanzo in cui la narrazione si concentra sul conflitto interno dei personaggi, sui rapporti dei personaggi tra loro (a proposito, qui trovi tutto quello ti serve per creare dei personaggi forti; mentre qui trovi un’alternativa un po’ più creativa). Anche gli obiettivi sono interni. Traumi da superare, errori a cui rimediare, convinzioni da correggere. I cambiamenti sono soprattutto di carattere intimo, personale. La storia racconta di come i personaggi arrivano a prendere certe decisioni, quali sono i loro processi mentali ed emotivi. Con i romanzi character-driven scattano più facilmente l’immedesimazione e il legame tra lettrice e personaggio.
Una tipica trama character driven è quella della moglie tradita che scopre il tradimento e deve cercare dentro di sé le forze per superare il dispiacere, o trovare il coraggio di lasciare il marito e costruirsi una nuova vita. Quando scrivi una storia di questo tipo, la prima cosa a cui pensi è il personaggio, al quale costruisci attorno una trama per fare in modo che cresca e trovi la forza per andare avanti.
Plot-Driven è un romanzo, al contrario, in cui la narrazione si concentra sul conflitto esterno, sull’azione. Gli obiettivi sono esterni: qualcosa da trovare, qualcuno da salvare. Per chiarirti il concetto, pensa ai film d’azione, che sono un susseguirsi di eventi. In un romanzo di questo tipo i cambiamenti sono principalmente esterni. Nei romanzi plot-driven il ritmo è senza dubbio più serrato, le scene si susseguono più rapide e anche le decisioni dei personaggi sono veloci, spesso istintive, la narrazione non indugia troppo sui processi mentali.
Una tipica trama plot-driven è quella dei romanzi di spionaggio, o le commedie romantiche in cui alla protagonista accadono disavventure una dopo l’altra e i momenti di riflessione si contano sulle dita di una mano.
Per capire se un romanzo è plot- o character-driven puoi anche fare un rapido test:
Domandati: in questo romanzo, sono gli eventi che innescano la reazione dei personaggi, o sono i personaggi che scatenano gli eventi?
Lo so, fa tanto uovo e gallina, ma la questione è un po’ tutta qui. Ci sono storie in cui i personaggi reagiscono a eventi esterni a loro, e ci sono romanzi in cui i personaggi, con le loro idee e le loro decisioni condizionano gli eventi.
Ora, prova ad analizzare sotto questa luce quello che scrivi tu. I tuoi romanzi, mediamente, sono più character-driven o plot-driven? Quando pensi a una nuova storia, istintivamente cosa vedi prima, i personaggi o la trama?
Anche se di primo acchito non sembra, questa è una distinzione importante, per due motivi.
1. Ogni storia ha un arco narrativo principale. Istintivamente puoi privilegiare l’arco narrativo legato allo sviluppo dei personaggi, oppure a quello legato agli eventi. Se sai che tipo di storia vuoi raccontare, invece di compiere una scelta istintiva, puoi scegliere in modo più ragionato e magari renderti conto che il tuo solito modo di scrivere, per quella certa storia non è il più indicato.
2. Ci avrai di sicuro fatto caso: in realtà un romanzo davvero buono, indimenticabile, emozionante e avvincente è spesso il risultato di un equilibrio tra personaggi e trama, tra conflitto interno ed esterno, tra analisi psicologica e azione. Perciò, se sei consapevole di qual è di solito il tuo modo di scrivere, puoi impegnarti per applicare dei “correttivi”. Cosa vuol dire? Che per esempio, può capitare che un romanzo character-driven, con un personaggio sfaccettato, pieno di tormenti interiori ecc risulti noioso perché “non succede niente”. Oppure che un romanzo plot-driven pieno di montagne russe, diventi insipido a causa di un protagonista “piatto”.
E quindi, se hai in mente un romanzo character-driven, non descrivere i tuoi personaggi immersi in lunghe, profonde, interminabili riflessioni sui massimi sistemi. Non descriverli mentre rigirano il cucchiaino in una sfilza infinita di tazze di tè, intenti a rimuginare, ponderare, valutare, pensare e ripensare. Falli reagire all’ambiente che li circonda. Crea per loro situazioni in cui sono obbligati a uscire dal torpore in cui si crogiolano, dal bozzolo in cui vegetano, dalle seghe mentali che li paralizzano. Se invece hai in mente un romanzo plot-driven, puoi equilibrare la storia ragionando sul background dei personaggi, sul loro passato, su cosa li ha resi quelli che sono. Non è indispensabile aprire lunghissime e noiose parentesi su traumi infantili o sedute dall’analista, ma sapere perché il tuo uomo senza paura è disposto a farsi saltare in aria, aggiunge sicuramente spessore alla trama e la rende più credibile. Un personaggio piatto è un personaggio che sembra non avere motivazioni personali e interne per fare quello che fa. Non sprecare un’occasione e un motivo offriglielo tu!
Detto questo, se ami il flusso di coscienza o, al contrario, vai matta per gli action movie americani, sei liberissima di andare avanti per la tua strada e scrivere romanzi esclusivamente character- o plot-driven. Come dico sempre, l’importante è essere consapevoli di cosa si sceglie di fare e perché. Il “meglio” è sempre un fattore soggettivo!
STAI SCRIVENDO UN ROMANZO? O NEI HAI GIÀ SCRITTI DIVERSI? TI SEI MAI SOFFERMATA A PENSARE SE SONO PLOT-DRIVEN O CHARACTER-DRIVEN? E SE INVECE SEI UNA LETTRICE, CHE TIPO DI NARRAZIONE PREFERISCI?
Photo Credits: Edy Tassi TradAutrice
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