Uno dice, vado in libreria a comprare un libro.
E fin qui, nulla di male. L’editoria è in crisi, non legge nessuno (il 57,7% degli italiani, nel 2016 non ha letto nemmeno un libro… ma come fanno, mi dico io, come?!), le librerie scoppiano ma nessuno ci entra a meno che sia Natale, per comprare l’ultima biografia del vip di turno scritta probabilmente da un ghostwriter. Quindi bene, no?, se uno dice vado in libreria a compare un libro.
Il problema è se lo dici oggi, e poi domani, e poi dopodomani.
Il problema è se UN libro a un certo punto diventano DUE libri, TRE libri.
Il problema è se vado in libreria diventa vado in libreria E su Amazon E su Kobo E al Libraccio.
Perché il rischio è che di colpo i libri comincino a moltiplicarsi in modo incontrollato. Avete presente l’incantesimo Geminio in Harry Potter e i Doni della Morte? C’è una scena in cui Harry, Hermione e Ron entrano nella camera blindata della famiglia Lestrange nella Gringott, la banca dei maghi. Lì, gli oggetti preziosi sono protetti dalla maledizione Geminio, per cui tutto quello che viene sfiorato si moltiplica di botto, a gran velocità.
Ecco, non so da voi, ma in casa mia succede un po’ la stessa cosa. I libri si moltiplicano. Di loro spontanea volontà. Ancora prima che io riesca a leggerne uno, ne compaiono due nuovi. Minimo. Tanto per dire, quelli che vedete nelle foto, sono tutti libri ancora da leggere!
Diciamolo, però, la magia non c’entra nulla. Il vero problema sono io. Che non riesco a resistere alle librerie. Di nessun tipo. Ogni volta che ne vedo una, devo entrarci. Che sia sulla strada, che sia in un centro commerciale, che sia tutta luccicante come la caverna di Alì Babà o misteriosa e intricata come il Cimitero dei Libri Dimenticati. Tanto che mio marito ha cominciato da un po’ a studiare percorsi alternativi per passare dal punto A al punto B senza incappare in una libreria, perché sa che altrimenti dovrà portare pazienza per un venti minuti buoni mentre io scartabello, osservo, annuso.
Secondo me, se lo avesse saputo prima, avrebbe fatto stilare un accordo prematrimoniale con una clausola sola, nella quale mi sarei impegnata a non entrare in più di una libreria alla settimana, possibilmente mai in sua presenza!
Invece deve accontentarsi di alzare gli occhi al cielo e sbuffare.
Ma perché provo sempre questa smania di comprare libri?
Ho provato a rifletterci su e ho trovato sei possibili giustificazioni (che mio marito conosce a memoria e alle quali ormai non crede più) o tipi di acquisto.
– Acquisto logico: compro libri perché mi piace leggere e guarda caso è appena uscito l’ultimo romanzo di uno dei miei autori preferiti. Fin qui nulla di particolare, giusto? Salvo che la logica nel mio caso tracima nell’epicureismo, visto che, in tutta onestà, secondo me leggere è uno dei massimi piaceri della vita. Nulla mi dà più soddisfazione che avere un libro tra le mani. Più che mangiare un cioccolatino, più che vedere un film in anteprima, più che cucinare una torta, più che comprare dei fiori, più che prendere il sole sulla spiaggia, più che… (sì, anche più di quello! Lo so, il vostro pensiero è corso a mio marito).
– Acquisto estetico: esatto, non resisto a una bella copertina. Sarò superficiale, frivola, fate voi. Però mettetemi davanti al naso un libro con una bella copertina e quanto meno è sicuro che lo prenderò in mano per leggere la sinossi. Da lì, il passo per arrivare alla cassa, si sa è breve.
– Acquisto obbligato: devo leggere quello che si legge. Quello che va di moda leggere. Eh, perché da quando ci sono i libri di moda, quelli che li hanno letti tutti e non puoi non leggerli proprio tu, quelli che, tanto per essere chiari, ti ritrovi sulla porta della libreria, che ti vengono incontro da soli già con lo scontrino infilato tra le pagine; quelli in cui inciampi al supermercato tra la corsia dei deodoranti e quella delle spezie (chissà con che criterio); quelli che trovi all’autogrill dove entri per bere una spremuta e i tornelli all’uscita non girano se non hai comprato almeno un libro. Lo ammetto, ogni tanto qualche acquisto di questo tipo ci scappa. Non è scontato che arrivi fino in fondo, ma di solito mi impegno per farcela. Il che mi garantisce un certo numero di argomenti di conversazione, pro o contro il libro, quando mi trovo tra amici e colleghi.
– Acquisto professionale: devo leggere di tutto per lavoro. Metti che mi danno da tradurre un giallo?, metti che mi danno da tradurre un manuale di giardinaggio?, metti che mi danno da tradurre un romanzo dove lei fa la becchina? O lui il fachiro? Devo leggere di tutto perché fa professionista, fa cultura, fa bagaglio (mio marito direbbe “fa zavorra”).
– Acquisto “Quando ti ricapita”: l’offerta intendo. Chi può resistere all’offerta? Ormai anche le librerie digitali hanno sposato le strategie di marketing dei supermercati, per cui ci sono gli 1+1, i 3×2, i sottocosto, le svendite, le promozioni natalizie e quelle di Pasqua. Un canto di sirena a cui, diciamolo, una come me, già sensibile all’articolo a prezzo pieno non può certo resistere. Se poi ci mettiamo quelle tecniche da ipnosi che sfiora la circonvenzione di incapace per cui ti dicono: “Hai comprato Non ci lasceremo mai, potrebbero interessarti anche Ti ho lasciata, Mai fidarsi, L’hai voluto tu, Sono stato un Cretino e Sai dove portava l’ombrello mio nonno” una può solo lanciarsi come quei cantanti nei concerti e abbandonarsi alla marea di libri che lo sostiene, gridando Sìììì portatemi dove volete voi!!!! In più i libri digitali non occupano spazio, sono praticamente invisibili. Vuoi mettere il vantaggio?
– Acquisto guilty pleasure. Quello che fai anche se non puoi accampare scuse. Lo fai perché a quella categoria di libri lì non puoi resistere. Io, per esempio, non so resistere ai manuali. Chi mi conosce lo sa. Se poi è un titolo che stanno leggendo tutti, con una bella copertina, che potrebbe tornarmi utile nel lavoro e che è pure in offerta, tutto congiura, tutto complotta e a me non resta che arrendermi, felice di portare a casa il libro che, ne sono sicura, cambierà in meglio la mia vita.
Finito qui?
No, perché ci sono i libri da regalare, i libri per le figlie… Quando non posso giustificare l’ennesimo acquisto per me, scatta quello per la progenie, che per ora si è sempre mostrata collaborativa. Forse le figlie hanno capito che per me l’acquisto di un libro rappresenta quella forma di consolazione impulsiva e di appagamento che le altre donne sublimano nel classico rossetto. Tanto che a volte mi precedono e me ne regalano loro uno. Mio marito una volta lo faceva, ma ultimamente ha smesso. Chissà perché!
E voi? Comprate più libri di quanti riusciate a leggerne? Quali strategie avete elaborato per resistere? In casa cosa dicono?
Mi riconosco in ogni aspetto descritto e persino mio Marito si è riconosciuto nel tuo. Credo di aver raggiunto l’apice quando al ‘facciamo la cabina armadio’ ho risposto ‘no, voglio una stanza solo per i libri’ (e non sono una che non ama lo shopping o vestiti eh?)
Viva i libri e viva chi come noi, ahimè, compensa per quel 57,7 percento.
Verdiana, vuoi mettere la gioia di una bella biblioteca domestica? Come te, avrei decisamente optato anche io per una bella stanza dei libri! Un lusso che fa bene agli occhi e alla mente. 🙂
Articolo molto simpatico, soprattutto vero! Ma stavi sistemando la libreria, vero!?
Sì, quella dei libri ancora da leggere. E ti garantisco che non sono nemmeno tutti! (Ovviamente manca il centinaio e più caricato su KOBO) 🙂
Edy ma perché abiti così lontano? Quante cose abbiamo in comune 🙂
🙂 Mi sa che siamo in tante a soffrire di bulimia cartacea!!!
Come disse Carrie Bradshaw davanti alla sua cabina armadio:
” i miei soldi sono tutti qui, dove posso vederli”.
Io lo dico davanti alla libreria !
Ciao Sara! E scommetto che in queste feste la tua libreria si sarà arricchita ancora di più! 🙂