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Ma quanti libri compri?!

Edy Tassi | 8 Novembre 2017 |

Uno dice, vado in libreria a comprare un libro.
E fin qui, nulla di male. L’editoria è in crisi, non legge nessuno (il 57,7% degli italiani, nel 2016 non ha letto nemmeno un libro… ma come fanno, mi dico io, come?!), le librerie scoppiano ma nessuno ci entra a meno che sia Natale, per comprare l’ultima biografia del vip di turno scritta probabilmente da un ghostwriter. Quindi bene, no?, se uno dice vado in libreria a compare un libro.
Il problema è se lo dici oggi, e poi domani, e poi dopodomani.
Il problema è se UN libro a un certo punto diventano DUE libri, TRE libri.
Il problema è se vado in libreria diventa vado in libreria E su Amazon E su Kobo E al Libraccio.
Perché il rischio è che di colpo i libri comincino a moltiplicarsi in modo incontrollato. Avete presente l’incantesimo Geminio in Harry Potter e i Doni della Morte? C’è una scena in cui Harry, Hermione e Ron entrano nella camera blindata della famiglia Lestrange nella Gringott, la banca dei maghi. Lì, gli oggetti preziosi sono protetti dalla maledizione Geminio, per cui tutto quello che viene sfiorato si moltiplica di botto, a gran velocità.
Ecco, non so da voi, ma in casa mia succede un po’ la stessa cosa. I libri si moltiplicano. Di loro spontanea volontà. Ancora prima che io riesca a leggerne uno, ne compaiono due nuovi. Minimo. Tanto per dire, quelli che vedete nelle foto, sono tutti libri ancora da leggere!

https://www.edytassi.it//wp-content/uploads/2018/02/Harry-Potter-and-the-Deathly-Hallows-Part-2-The-Gemino-Curse.mp4

 

Diciamolo, però, la magia non c’entra nulla. Il vero problema sono io. Che non riesco a resistere alle librerie. Di nessun tipo. Ogni volta che ne vedo una, devo entrarci. Che sia sulla strada, che sia in un centro commerciale, che sia tutta luccicante come la caverna di Alì Babà o misteriosa e intricata come il Cimitero dei Libri Dimenticati. Tanto che mio marito ha cominciato da un po’ a studiare percorsi alternativi per passare dal punto A al punto B senza incappare in una libreria, perché sa che altrimenti dovrà portare pazienza per un venti minuti buoni mentre io scartabello, osservo, annuso.
Secondo me, se lo avesse saputo prima, avrebbe fatto stilare un accordo prematrimoniale con una clausola sola, nella quale mi sarei impegnata a non entrare in più di una libreria alla settimana, possibilmente mai in sua presenza!
Invece deve accontentarsi di alzare gli occhi al cielo e sbuffare.
Ma perché provo sempre questa smania di comprare libri?
Ho provato a rifletterci su e ho trovato sei possibili giustificazioni (che mio marito conosce a memoria e alle quali ormai non crede più) o tipi di acquisto.

– Acquisto logico: compro libri perché mi piace leggere e guarda caso è appena uscito l’ultimo romanzo di uno dei miei autori preferiti. Fin qui nulla di particolare, giusto? Salvo che la logica nel mio caso tracima nell’epicureismo, visto che, in tutta onestà, secondo me leggere è uno dei massimi piaceri della vita. Nulla mi dà più soddisfazione che avere un libro tra le mani. Più che mangiare un cioccolatino, più che vedere un film in anteprima, più che cucinare una torta, più che comprare dei fiori, più che prendere il sole sulla spiaggia, più che… (sì, anche più di quello! Lo so, il vostro pensiero è corso a mio marito).
– Acquisto estetico: esatto, non resisto a una bella copertina. Sarò superficiale, frivola, fate voi. Però mettetemi davanti al naso un libro con una bella copertina e quanto meno è sicuro che lo prenderò in mano per leggere la sinossi. Da lì, il passo per arrivare alla cassa, si sa è breve.
– Acquisto obbligato: devo leggere quello che si legge. Quello che va di moda leggere. Eh, perché da quando ci sono i libri di moda, quelli che li hanno letti tutti e non puoi non leggerli proprio tu, quelli che, tanto per essere chiari, ti ritrovi sulla porta della libreria, che ti vengono incontro da soli già con lo scontrino infilato tra le pagine; quelli in cui inciampi al supermercato tra la corsia dei deodoranti e quella delle spezie (chissà con che criterio); quelli che trovi all’autogrill dove entri per bere una spremuta e i tornelli all’uscita non girano se non hai comprato almeno un libro. Lo ammetto, ogni tanto qualche acquisto di questo tipo ci scappa. Non è scontato che arrivi fino in fondo, ma di solito mi impegno per farcela. Il che mi garantisce un certo numero di argomenti di conversazione, pro o contro il libro, quando mi trovo tra amici e colleghi.
– Acquisto professionale: devo leggere di tutto per lavoro. Metti che mi danno da tradurre un giallo?, metti che mi danno da tradurre un manuale di giardinaggio?, metti che mi danno da tradurre un romanzo dove lei fa la becchina? O lui il fachiro? Devo leggere di tutto perché fa professionista, fa cultura, fa bagaglio (mio marito direbbe “fa zavorra”).
– Acquisto “Quando ti ricapita”: l’offerta intendo. Chi può resistere all’offerta? Ormai anche le librerie digitali hanno sposato le strategie di marketing dei supermercati, per cui ci sono gli 1+1, i 3×2, i sottocosto, le svendite, le promozioni natalizie e quelle di Pasqua. Un canto di sirena a cui, diciamolo, una come me, già sensibile all’articolo a prezzo pieno non può certo resistere. Se poi ci mettiamo quelle tecniche da ipnosi che sfiora la circonvenzione di incapace per cui ti dicono: “Hai comprato Non ci lasceremo mai, potrebbero interessarti anche Ti ho lasciata, Mai fidarsi, L’hai voluto tu, Sono stato un Cretino e Sai dove portava l’ombrello mio nonno” una può solo lanciarsi come quei cantanti nei concerti e abbandonarsi alla marea di libri che lo sostiene, gridando Sìììì portatemi dove volete voi!!!! In più i libri digitali non occupano spazio, sono praticamente invisibili. Vuoi mettere il vantaggio?
– Acquisto guilty pleasure. Quello che fai anche se non puoi accampare scuse. Lo fai perché a quella categoria di libri lì non puoi resistere. Io, per esempio, non so resistere ai manuali. Chi mi conosce lo sa. Se poi è un titolo che stanno leggendo tutti, con una bella copertina, che potrebbe tornarmi utile nel lavoro e che è pure in offerta, tutto congiura, tutto complotta e a me non resta che arrendermi, felice di portare a casa il libro che, ne sono sicura, cambierà in meglio la mia vita.

Finito qui?
No, perché ci sono i libri da regalare, i libri per le figlie… Quando non posso giustificare l’ennesimo acquisto per me, scatta quello per la progenie, che per ora si è sempre mostrata collaborativa. Forse le figlie hanno capito che per me l’acquisto di un libro rappresenta quella forma di consolazione impulsiva e di appagamento che le altre donne sublimano nel classico rossetto. Tanto che a volte mi precedono e me ne regalano loro uno. Mio marito una volta lo faceva, ma ultimamente ha smesso. Chissà perché!

E voi? Comprate più libri di quanti riusciate a leggerne? Quali strategie avete elaborato per resistere? In casa cosa dicono?

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Comments

  1. Verdiana says

    8 Novembre 2017 at 21:26

    Mi riconosco in ogni aspetto descritto e persino mio Marito si è riconosciuto nel tuo. Credo di aver raggiunto l’apice quando al ‘facciamo la cabina armadio’ ho risposto ‘no, voglio una stanza solo per i libri’ (e non sono una che non ama lo shopping o vestiti eh?)
    Viva i libri e viva chi come noi, ahimè, compensa per quel 57,7 percento.

    Rispondi
    • Edy Tassi says

      9 Novembre 2017 at 8:06

      Verdiana, vuoi mettere la gioia di una bella biblioteca domestica? Come te, avrei decisamente optato anche io per una bella stanza dei libri! Un lusso che fa bene agli occhi e alla mente. 🙂

      Rispondi
  2. Sarah says

    8 Novembre 2017 at 22:19

    Articolo molto simpatico, soprattutto vero! Ma stavi sistemando la libreria, vero!?

    Rispondi
    • Edy Tassi says

      9 Novembre 2017 at 8:07

      Sì, quella dei libri ancora da leggere. E ti garantisco che non sono nemmeno tutti! (Ovviamente manca il centinaio e più caricato su KOBO) 🙂

      Rispondi
  3. Gabriella says

    15 Novembre 2017 at 18:26

    Edy ma perché abiti così lontano? Quante cose abbiamo in comune 🙂

    Rispondi
    • Edy Tassi says

      15 Novembre 2017 at 18:50

      🙂 Mi sa che siamo in tante a soffrire di bulimia cartacea!!!

      Rispondi
  4. Sara says

    2 Gennaio 2019 at 16:13

    Come disse Carrie Bradshaw davanti alla sua cabina armadio:
    ” i miei soldi sono tutti qui, dove posso vederli”.
    Io lo dico davanti alla libreria !

    Rispondi
    • Edy Tassi says

      2 Gennaio 2019 at 17:58

      Ciao Sara! E scommetto che in queste feste la tua libreria si sarà arricchita ancora di più! 🙂

      Rispondi

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Gli splendidi ritratti in bio e le foto che abbelliscono la mia homepage sono della bravissima Marina Montorfano (aka M as Me).

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Ciao! Sono Edy Tassi. Amo scrivere, tradurre e occuparmi delle donne che hanno un tesoro da raccontare nascosto dentro di sé.
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"Mr X scese dal taxi e percorse i pochi metri che "Mr X scese dal taxi e percorse i pochi metri che lo separavano dalle porte girevoli dell'edificio..."
Bene, e chissenefrega?
I romanzi raccontano storie che devono essere il più possibile verosimili, nel senso di credibili. Ciò che viene raccontato può essere fantasioso, fantascientifico, il frutto di una creatività sfrenata, ma i lettori devono continuare a pensare che quello che viene raccontato potrebbe davvero accadere, se non in questa realtà, in una realtà parallela.
Così a volte accade che per rendere verosimile una storia, pensiamo di dover raccontare per filo e per segno ciò che avviene nella realtà, fin nei dettagli più noiosi, tipo Mr X che cammina per raggiungere la porta del condominio.
Invece non è così. In una storia dobbiamo raccontare quelli che potremmo considerare gli "highlights", solo ciò che conta, tralasciando appunto le scene in cui non succede niente ma i personaggi entrano ed escono da una stanza, scendono da una macchina per andare in un luogo qualsiasi, si spostano da qui a lì e di fatto, l'unica cosa che succede è che si consumano le scarpe.
📖📖📖
Conoscevi questa espressione? O ti vengono in mente scene di questo tipo?
📖📖📖
Ovviamente poi ci sono le eccezioni. Chi non ricorda la scena in cui Miranda Priestly arriva la prima volta in readazione? Ma lì tutto, dalle scarpe che scendono dal taxi, le riviste e la borsa sotto il braccio e l'andatura fanno da contrappunto al delirio che si sta scatenando negli uffici ed è tutt'altro che una scena inutile!

#edytassi #ispirautrice #perlesescrivi #scrivererosa #paroledellascrittura #writingtips #consiglidiscrittura #vitadascrittrice #ioscrivo #scriveresempre
"Dovremmo considerare persi i giorni in cui non ab "Dovremmo considerare persi i giorni in cui non abbiamo ballato almeno una volta" Nietzsche

Il 29 aprile si festeggia la Giornata Internazionale della Danza.
Se anche tu ami questa disciplina, hai già letto i miei romanzi in cui è proprio la protagonista?
Sono quattro volumi autoconclusivi, che però è comunque meglio leggere in fila, partendo da Assolo.
Eccoli in breve:
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- Intervallo, una novella ambientata a Londra, è una piccola parentesi che separa la prima storia dalla seconda e che racconta un momento importante della vita di Nicholas e Arianna e mette sotto i riflettori il protagonista successivo Jakob Adams
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Tre romanzi e due saggi/mauali. Sono piuttosto sod Tre romanzi e due saggi/mauali.
Sono piuttosto soddisfatta delle letture di aprile. Anche se tre su cinque non sono da standing ovation, le altre due mi hanno conquistata, letteralmente.
Eccole qui:
📖 Oliver Burkeman: uno stupendo saggio sul tempo. Sapevi che ciascuno di noi ha in media 4000 settimane di vita? Hai mai fatto il calcolo di quante ne hai già vissute? Questo testo è stato un fantastico spunto di riflessione, sul fatto che il tempo non è qualcosa che possediamo, ma qualcosa che SIAMO e che ciascuno di noi esiste nel tempo. Il tempo non è qualcosa separato da noi. Da leggere.
📖 Paola Chiozza: una chick-lit scritta benissimo, divertente, avvincente e chi più ne ha, ne metta. Mi è piaciuta la trama, l'ambientazione per me del tutto nuova, i dialoghi brillanti, la credibilità con cui Paola parla di astrofisica. Super super consigliato.
📖 Cecelia Ahern: una women fiction che è anche commedia romantica. Mi ha divertita il fatto che il titolo di ogni capitolo assomigliasse al titolo di un possibile manuale di self-help. Nel romanzo, Christine ha 15 giorni per aiutare Adam ad innamorarsi di nuovo della vita, ci riuscirà?
📖 Sarah Knight: questo per me è un libro no. L'autrice mi è sembrata più preoccupata di mettere in mostra la sua arguzia e la sua capacità di infarcire le pagine di parolacce. L'ho letto in un baleno ma non mi è piaciuto.
📖 Paola Servente: una commedia, anche questa. Carina, leggera, per me un filo troppo scarna nelle descrizioni e nelle atmosfere, ma l'ho letta volentieri. Cardiochirurgo contro cardiochirurgo.

Li hai già letti? Ce n'è uno di cui vorresti scorprire qualcosa di più?

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Conosci l'autrice di PS: I love you? Cecelia Ahern Conosci l'autrice di PS: I love you?
Cecelia Ahern è una delle mie autrici preferite e in occasione della festa di San Patrizio ti ho proposto una serie di storie dedicate ai suoi romanzi (le trovi in evidenza sotto "reading tips").
Oggi ho pensato di proporti la sua writing routine.
Una delle cose più interessanti, secondo me, oltre al fatto che inizia a scrivere ogni suo romanzo a gennaio (e ne scrive uno all'anno), è che per ogni romanzo scrive quattro stesure. La prima, la cosiddetta "zero draft" è quella che scrive di slancio, solo per se stessa. E' una stesura veloce e approssimativa. Poi c'è la seconda stesura, che riempie i vuoti lasciati nella prima. A questo punto invia la stesura all'editore, che suggerisce miglioramenti e modifiche, dai quali nasce la terza stesura e infine c'è la quarta stesura, quella definitiva.
Io ho calcolato che più o meno i conti tornano anche per me. Anche se, per esempio, Non c'è gusto senza te ha avuto praticamente due stesure sole. Ma è stata un'eccezione.

Tu conosci Cecelia? Quale delle sue abitudini di scrittura ti ha incuriosita di più?

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"La Ducati Diavel rombava fra le sue gambe. Marco "La Ducati Diavel rombava fra le sue gambe.
Marco mise la freccia all’ultimo minuto e si infilò bruscamente nel parcheggio di Villa Olmo. Zigzagando fra le macchine che facevano manovra, raggiunse il cancello della villa e, dopo aver dato gas con rabbia un’ultima volta, spense il motore. Si sfilò gli occhiali, tolse il casco e venne investito di colpo dall’aria fresca che saliva dal lago. Abbassò il cavalletto e smontò. Poi si diresse a passo di marcia verso il piazzale ricoperto di ghiaia che si allargava davanti alla villa.
C’erano grandi piante frondose e profumate, bordure fiorite che lui notò a stento. Individuò la prima panchina libera e si lasciò cadere con un grugnito scontroso, dando le spalle all’elegante costruzione neoclassica.
Perché te la prendi tanto?, si domandò, allungando le gambe e incrociando le braccia. Le cose stavano andando esattamente come si aspettava, no? Avrebbe dovuto essere contento di aver previsto tutto. Suo padre che lo chiamava per chiedergli consiglio, suo zio che lo tormentava con il suo sarcasmo. La riluttanza di entrambi a dargli ascolto.
La cosa veramente sorprendente era il fatto che lui avesse accettato di tornare e di prestarsi a quella pantomima." 

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Set: Lago di Como
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In esclusiva su Amazon e KU

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"Amore è quando continuo a rivivere nella testa l "Amore è quando continuo a rivivere nella testa le cose che abbiamo fatto insieme. Quando non posso fare a meno di programmarne altre, anche se non so se le realizzeremo mai. Quando di colpo ho come la sensazione che mi manchi qualcosa, in qualsiasi momento della giornata. Sono sempre bastato a me stesso, ma dal momento in cui ti ho conosciuta la vita che mi ero costruito attorno sembra essersi di colpo dilatata e aver lasciato un sacco di spazio vuoto da riempire."

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"Cara Gloria, come vedi, sono al corrente della tu "Cara Gloria,
come vedi, sono al corrente della tua esistenza. E ti domanderai perché non ti ho mai cercata. Forse avrei dovuto farlo quando potevo. Ma certe volte le occasioni perse non tornano.
Non so dove sei e non so cosa fai, se però hai tra le mani questa lettera è perché per qualche motivo sei arrivata a Como.
Chissà cosa ti avranno raccontato di me tua madre e tuo padre o le altre persone che mi conoscevano. Angela di sicuro ti avrà detto che ero un vecchio testardo. E se lo dice lei, è vero. Ma ora mi rimane poco tempo per continuare a esserlo.
Tua madre ha deciso di voltare le spalle a quello che le offrivo e tutto ciò che avrebbe potuto essere suo diventerà di qualcun altro se tu non tornerai a reclamare la tua eredità. Ma c’è qualcosa che desidero sia tuo e che voglio comunque mettere da parte per te.
La villa, l’azienda, i conti correnti sono tutte cose importanti, a cui ho dedicato la mia vita. Forse anche sbagliando. Ma c’è qualcosa di più.
Nella villa ho nascosto il mio tesoro più prezioso e che voglio arrivi comunque a te.
Nessuno sa cosa sia o dove sia, quindi è inutile che chiedi. Devi cercarlo tu. Trovalo e sarà tuo.
In caso contrario, rimarrà dov’è ora. Anche per sempre.
Giovanni"

Effetto Domino
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Sei una che preferisce stare dentro la palla di ve Sei una che preferisce stare dentro la palla di vetro o fuori?
✨✨✨
Una domanda strana, lo so. Ma di recente ho letto un libro dedicato al blocco dello scrittore, nel quale l'autrice, Becca Syme, si pone proprio questo interrogativo.
Ci sono autrici che hanno bisogno di essere dentro la palla di vetro, cioè dentro la storia, e sperimentarla dall'interno, per poterla scrivere. Altre invece hanno bisogno di vederla nel loro complesso da fuori, da una certa distanza. 
Questo mi ha ispirata a scrivere l'ultimo post, che trovi nel link in bio,  dedicato a un fraintendimento in cui spesso cadiamo tutte. Cioè credere che per diventare scrittrici migliori, dobbiamo diventare scrittrici diverse. Tipo decidere che per migliorare devi diventare una plotter (cioè qualcuno che prima fa tutta la scaletta della storia) se sei una pantser (cioè qualcuno che scopre la storia man mano che la scrive).
🎇🎇🎇
In realtà non è così. Perché per migliorare spesso ha più senso lavorare su ciò che si è, piuttosto che su ciò che non si è, e provare ad avvicinare a sé ciò che ci è lontano, senza cercare di stravolgere tutto. Per esempio, potrebbe essere interessante provare a progettare i personaggi e lasciare che siano poi loro a raccontare la storia, avvicinando a te una tecnica da plotter e adattandola al tuo essere pantser.
💕💕💕
Cosa ne pensi?
In che modo tu hai provato a "migliorarti" lavorando in una direzione opposta a quello che sei, e magari non hai ottenuto i risultati sperati?

Photo by @deerspensa_studio 

#edytassi #ispirautrice #perlesescrivi #scrivererosa #paroledellascrittura #writingtips #consiglidiscrittura #vitadascrittrice #ioscrivo #scriveresempre #writingcoach #writingmentor

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