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Ma cos’è la Women’s Fiction?

Edy Tassi | 11 Marzo 2015 |

Sono una lettrice che legge di tutto. In particolare leggo molti romance, thriller, legal thriller, horror, fantasy. Sì, le etichette sono praticamente tutte in inglese, perché spesso in italiano non c’è un termine esatto per descrivere un genere. Certo, ci sono i romanzi rosa, i gialli, quelli dell’orrore e quelli di fantascienza. Ma i termini stranieri fanno più figo. E fra quelli che fa più figo usare, ultimamente, c’è Women’s Fiction.
In Italia, ma anche nel resto del mondo, pare che la Women’s Fiction vada fortissimo. Il che non meraviglia molto, visto che le donne sono le lettrici più voraci del pianeta. Tuttavia, capire cosa leggono le lettrici che leggono Women’s Fiction non sempre è facile.
Cos’è dunque la WF (abbrevio, tanto ci siamo capiti)? Fiction per donne? Fiction scritta da donne? Sono testi femministi? Libri con una protagonista femminile? Libri con una protagonista fra i trenta e i sessant’anni? Che cerca l’amore? Che cerca un lavoro? Che cerca l’ennesimo paio di Laboutin senza le quali non potrà mai vivere?
Tormentata da questi interrogativi, ho deciso di documentarmi e ho scoperto di leggere anche io tantissima WF. Che, attenzione, e qui cominciamo a rispondere a qualcuna di quelle domandine lì sopra, non è propriamente la chick-lit. La chick-lit ha un tono più leggero, più scanzonato. La WF è, diciamo, più mattone, magari traforato, magari con delle scanalature leziose, ma pur sempre mattone.
E la WF non è nemmeno il classico romanzo d’amore (o romance). Perché nel romance vanno rispettati due presupposti fondamentali. Primo, la storia d’amore deve essere il fulcro del romanzo. Secondo, ci deve necessariamente essere un lieto fine.
Nella WF, no.
Ok, ma siccome non mi piace procedere per eliminazioni o per negazioni, smetto di dire cosa NON è la WF e comincio a concentrarmi su cos’è.
Dunque, un libro di WF è sicuramente un libro sulle donne e, più precisamente, un libro sul viaggio della protagonista che scopre se stessa, accetta se stessa, cresce. Un viaggio che si compie con altre persone, la cui presenza la influenza, la condiziona, ma non la salva. Sostanzialmente, nella WF, qualsiasi difficoltà la protagonista incontri, è lei che salva se stessa. E questo è un aspetto cruciale.
Certo, possono esserci risvolti romantici. Ci può essere un fustacchione pronto ad accompagnarla per un tratto di strada. Ma è più una figura secondaria, nell’ombra, di secondo piano. Perché il motore della WF non sono il romanticismo o il bisogno di realizzarsi nella presenza di un partner. Il motore della WF è il desiderio, la necessità che spingono la protagonista a imparare, a crescere, a cambiare.
Penso per esempio a Cose che avrei preferito non dire di Cecelia Ahern, in cui la protagonista, una bugiarda incallita, a un certo punto deve imparare a essere finalmente se stessa, con i propri difetti, i propri punti deboli, senza scappare davanti alla verità.
Quelle raccontate nella WF sono storie che si concentrano sul viaggio emotivo della donna. Storie che possono svolgersi oggi, oppure nel passato, oppure collegare presente e passato in una saga multigenerazionale, tipo quelle che scrive Rosamunde Pilcher, dove sì, c’è il romanzo d’amore, ma le vicende sono soprattutto incentrate sulle donne, sulla riscoperta di sentimenti allontanati, negati o desiderati, di circostanze famigliari impreviste, che costringono le protagoniste a mettersi in discussione. Parlo per esempio di Cercatori di Conchiglie o Settembre, due suoi libri che adoro.
La WF si concentra sui problemi delle donne, quindi. Parla di rapporti fra madri e figlie, fra sorelle, fra amiche, come in uno dei più recenti che ho letto, L’amore fra le righe, dove tre donne ricevono ciascuna una lettera da un’amica comune morta da poco e in questa lettera l’amica chiede loro di fare cose che le spingeranno a superare dei blocchi, dei limiti, a crescere. Oppure La cucina dei desideri segreti, dove grazie al cosiddetto “pane dell’amicizia” alcune abitanti di una cittadina, da perfette sconosciute cominciano a scambiarsi ricette e confidenze, scoprendo, come dice la quarta di copertina, che insieme è più semplice dare una svolta alla propria vita.
Non sempre nella WF c’è il lieto fine, ma è fondamentale che ci sia un messaggio positivo, di affermazione della vita, anche se la storia è tragica.
Quelle raccontate dalla WF sono storie in cui le donne possono rispecchiarsi, che raccontano la vita reale, che suscitano emozioni e commuovono. Sono storie raccontate da una prospettiva femminile.
La WF è, riassumendo, un viaggio interiore. Chi legge WF vuole capire cosa significa essere donna, vuole capire la psicologia femminile. Vuole leggere storie in cui può confrontarsi e davanti alle quali può riflettere, pensare “ci sono passata anche io”.
E così le donne imparano che non sono sole ad affrontare certi problemi ma anzi, attraverso la WF possono trovare un modo di affrontare le loro difficoltà.
Ecco quindi cos’è la Women’s Fiction. Una sorta di seduta terapeutica. Un guardarsi allo specchio fra le pagine di un libro, come è successo a me mentre leggevo due libri di un’autrice fantastica, Wendy Holden. Immersa nella lettura di Mogli a mollo e Scuola per cattivi mariti ho provato un riconoscimento tale che più volte ho pensato che parlasse di me.
E se ancora aveste un po’ di confusione in testa, basta fare un piccolo test semiserio che ho scovato in internet e di cui vi riporto solo un paio di domande, per capire che genere di libro stringiamo fra le mani.

Cosa c’è in copertina?
a) Un fusto senza camicia o una donna discinta.
b) Una scarpa, un cocktail, una borsetta, un rossetto o una macchina.
c) Una vaso di fiori, una barca, una tavola apparecchiata, una foresta, un oceano, un acquerello.
d) Solo delle parole, ma con caratteri insoliti.

Allora, se la risposta è a) allora è un romance; se è b) allora probabilmente è un chick-lit; c) e d) sono WF.
E ancora:
Cosa fa la protagonista nella prima scena?

a) Qualche ridicola commissione per il suo capo.
b) È a letto con un uomo.
c) Ride con delle amiche/sua madre/le sorelle.
d) Fa surf, bungee jumping, viaggia.

Eh be’, a) è o chick-lit o WF; b) è romance; C e D è WF.
Ora l’ultima:
Fareste leggere questo libro alla vostra mamma?

a) Assolutamente. Mia madre gira in motocicletta e si è fatta tre tatuaggi!
b) Certo, ma solo per aiutarla a capire alcune problematiche comuni.
c) Sì, anche lei adora fare shopping.
d) Non so. Ma devo ammettere che lo stile è elegante e la trama giustifica le parti “bollenti”.

Diciamo che qui, come è ovvio, molto dipende da che mamma abbiamo. In generale, però, direi che di solito la WF è una lettura perfetta per le madri. Quindi se avete risposto a) il libro di cui parliamo potrebbe essere un romance; c) è chick-lit; B è WF e d) potrebbe essere WF ma anche romance.

E ora una domanda a cui dovete rispondere voi.
Via col Vento cos’è?

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Limoni? No, non indicativo presente. In questo rom Limoni?
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In questo romanzo, i personaggi durante i balli si rinfrescano con una limonata. Allora ho tirato fuori la mia ricetta preferita, ed eccola qui. Dieci minuti e puoi prepararla anche tu!
🍋🍋🍋 
70 gr di zucchero
3 limoni
1/2 litro di acqua frizzante fredda
🍋🍋🍋
Sciogli in un pentolino lo zucchero con 3 cucchiai di acqua del rubinetto e la scorza di un limone (edibile, senza la pellicina bianca).
Aggiungi il succo di due limoni e mezzo.
Fai sobbollire per due minuti.
Versa in una caraffa e lascia raffreddare.
Aggiungi l’acqua frizzante fredda.
Buonissima!!!
Il libro: Manuale per signorine in cerca di un marito (ricco) di Sophie Irwin
Cinquantacinque candeline, grande @ferrariofabrizi Cinquantacinque candeline, grande @ferrariofabrizio68! Tanti auguri alla persona che da più di trent’anni sorride accanto a me (e riesce a essere sempre il più abbronzato!)
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