Conosci la regola principe della narrativa? Di sicuro sì. È quello show don’t tell che probabilmente hai incontrato già un sacco di volte e che, in soldoni, significa che quando scrivi un romanzo devi cercare di “raccontare” sempre pochissimo e “mostrare” quanto più possibile. Ciao
Per intenderci:
Anna era molto arrabbiata è TELL
«Dammi quella cazzo di lettera, brutto stronzo!» gridò Anna, strappandogli la busta di mano, è SHOW.
Nella formula show don’t tell (se vuoi scorpire di più sull’argomento trovi un capitoletto sul mio SCRIVERE ROSA) si tende però implicitamente a prediligere uno dei cinque sensi, cioè, appunto, la vista. Il che va benissimo.
Ma se vuoi coinvolgere ancora di più le lettrici, il passo successivo è imparare a raccontare la tua storia utilizzando tutti e cinque i sensi, perché attraverso i sensi si posso descrivere non solo persone, luoghi ecc ma anche emozioni e sentimenti.
Come? Te lo mostro (pun intended), un senso alla volta!
VISTA
Invece di raccontare una scena mostrando solo quello che si vede in superficie, soffermati a raccontare qualche dettaglio in più. Piove? Ma come cade la pioggia? In scrosci? Dritta a piombo, o simile a una tenda scrollata dalle forti raffiche di vento? Gentile, continua, pulita?
E se splende il sole, di che colore sono i suoi raggi? Lame luminose o aghi? Si rifrangono sulle finestre, sui cofani, o creano macchie di colore più intenso sulle aiuole?
Insomma, prova ad aggiungere qualcosa a ciò che il tuo personaggio vede.
UDITO
Pochissimi luoghi sono completamente silenziosi, ci hai fatto caso? E anche quando lo sono, vale la pena di imparare a descrivere quel silenzio, ascoltarlo e individuarne le caratteristiche. È un silenzio immobile? Minaccioso? Tranquillo? È un silenzio costante o interrotto da qualche rumore in lontananza?
Se invece devi descrivere uno spazio rumoroso, chiudi gli occhi e prova a isolare i vari rumori che si possono sentire in un ambiente di quel tipo.
Per esempio, se la tua protagonista sta percorrendo una galleria con il finestrino abbassato sentirà il ronzio costante dei motori e quello degli pneumatici sull’asfalto, intervallati dal rombo improvviso di una macchina sull’altra corsia, che la supera o arriva in direzione contraria, e poi l’aria che fischia, le voci alte per parlare, il cacofonico rimbombare contro la volta della galleria, un colpo di clacson che rimbalza sulle pareti o perfino il battere ritmico di un sasso incastrato nel battistrada di una gomma.
TATTO
Prova a descrivere quello che la tua protagonista tocca fisicamente, ma anche quello che tocca in modo simbolico. Se sfiora un vaso, sentirà la superficie liscia, magari anche una sensazione di fresco o un formicolio. Ma andando più a fondo, quel contatto può scatenare in lei sensazioni di piacere, disgusto, paura perfino, oppure gioia, malinconia…
OLFATTO
Mi piace definirlo il gusto della nostalgia, dei ricordi. Anche nel cibo, ancor prima del sapore, ciò che ci riporta all’infanzia o a un momento felice è il profumo. Tu però prova a “mostrare” non solo il profumo dei cibi ma anche quello di una stanza, di un ambiente, o addirittura del tempo. Che profumo ha il tempo? Che profumo aveva l’abbraccio della tua nonna? O la macchina di tuo padre? Che profumo percepivi, in casa, quando rientravi da scuola? E la tua cameretta, aveva un profumo?
Scava nella memoria e cerca questi profumi, saranno perfetti per creare un legame con le tue lettrici.
GUSTO
Ho lasciato il gusto per ultimo perché secondo me è il più complesso e articolato. Se ci pensi, concorrono a formare il gusto di un cibo anche il suo profumo, la sua consistenza, il suo aspetto. Ancora prima di assaporarlo, hai colto tutti questi dettagli che poi vanno a formare la percezione che arriva al tuo cervello quando lo fai sciogliere sulla lingua o lo addenti. E se per caso non puoi né vederlo né annusarlo, diventa perfino difficile distinguere di cosa si tratta.
Puoi usare il gusto in modo classico, quindi descrivendo un cibo attraverso le sue caratteristiche: salato, dolce, aspro, stucchevole, morbido, liquido ecc, oppure puoi spingerti un po’ oltre e cercare descrizioni più originali: quando la tua protagonista mangia una mela, può sentire il sapore del frutteto in cui giocava da bambina; quando sorseggia un tè, le sembrerà di sorseggiare l’amore della sua nonna; se sta assaporando un cioccolatino, le sembrerà di avvertire attorno a sé il conforto di un abbraccio.
E adesso come devi usare tutti questi meravigliosi sensi?
Se pensi che ti stia suggerendo di scrivere una scena descrivendo tutto quello che la tua protagonista vede, sente, annusa, gusta e tocca, no, tranquilla, non è necessario.
Anzi, è perfino sconsigliabile a meno di voler cadere in quella che gli anglosassoni definiscono PURPLE PROSE, cioè una prosa barocca, prolissa, pesante. E non credo proprio che questa sia la tua intenzione, vero?
Quello che puoi fare, invece, soprattutto se ti rendi conto che i tuoi scritti sono sempre un filo asciutti, asettici, insipidi, è decidere, scena per scena, qual è il senso più efficace per descrivere quello che sta accadendo. Perché la tua protagonista tocca, vede, annusa, assaggia qualcosa? Cosa dice questo gesto di lei? E quale gesto, soprattutto, può veicolare meglio ciò che prova, ciò che tu vuoi che le lettrici comprendano?
Scegli un paio di sensi al massimo e concentrati su quelli.
Scegli quelli più significativi dato il contesto.
O, al contrario, compi una scelta imprevista e, per esempio, descrivi con il gusto qualcosa che avresti descritto con la vista.
Oppure gioca applicando una figura retorica che si chiama sinestesia. Cioè, associa due parole che attengono a due sfere sensoriali diverse. Per esempio, il cioccolato fondente può essere una carezza di velluto amaro; il frinire delle cicale un raschiare luminoso.
Usare i cinque sensi può aiutarti moltissimo a trasformare la tua prosa in qualcosa di vivo e coinvolgente, perciò approfittane!
QUAL È IL TUO SENSO PREFERITO? ISTINTIVAMENTE, QUALE USI QUANDO APPLICHI LA REGOLA DELLO SHOW DON’T TELL? E QUALE TI RISULTA PIÙ OSTICO? RACCONTAMI CHE RAPPORTO HAI CON I CINQUE SENSI NELLA SCRITTURA!
Photo Credits: Edy Tassi TradAutrice
Articolo interessante, ne ho approfittato per riprenderlo e espanderlo secondo il mio punto di vista e la mia esperienza:
https://www.scritturacreativa.org/show-dont-tell/
Ciao Michele, grazie di avermi scritto. Mi fa piacere che tu lo abbia trovato interessante e ricambio l’opinione!
Articolo che mi è stato molto utile e mi sarà utile in futuro.
Grazie.
Grazie a te, Gennaro. Sono felice di esserti stata utile!