Hai in mente una storia bellissima. L’idea spacca (ma se non ne sei sicura, qui trovi un modo per verificarlo); hai già in mente il titolo e ora non ti resta che cominciare a scrivere.
Una situazione idilliaca. Quando capita a me, mi sento al settimo cielo. Penso e ripenso ai personaggi, me li rigiro nella mente, davanti agli occhi, immagino passaggi e dialoghi che scriverò. Avverto quasi il sapore di questa storia e sono euforica come un cucciolo di labrador davanti a una torta di croccantini.
Peccato che, per cominciare a scrivere, bisogna decidere da dove cominciare a scrivere. Con che scena?
Le scuole di scrittura insegnano da tempo che, per conquistare le lettrici, bisogna cominciare in media res. A grandi linee, lo puoi tradurre come: quando avviene il fattaccio. Cioè, quando avviene quel qualcosa che altera lo status quo e le pietre cominciano, metaforicamente, a rotolare. In SCRIVERE ROSA ne parlo in modo abbastanza approfondito. Qui però voglio darti qualche altra indicazione che può esserti utile.
Per esempio, perché cominciare in media res? La risposta più semplice è, per stimolare la curiosità. La curiosità è un meccanismo naturale del nostro cervello che però ha retroscena importantissimi. Nella Preistoria, era la curiosità, spesso, che garantiva la sopravvivenza dell’uomo. Scoprire cose nuove gli permetteva di riconoscere i pericoli e affrontarli, o di trovare fonti alternative di sussistenza. Ciò che non sperimentava di persona, il nostro amico cavernicolo lo apprendeva attraverso il racconto degli altri uomini. Quindi, la necessità di sentire delle storie è radicata in noi come strumento di sopravvivenza sviluppato dal cervello per apprendere informazioni anche attraverso l’esperienza indiretta.
Il nostro cervello non è cambiato moltissimo da allora e lo stesso meccanismo si mette in atto quando leggiamo un libro. Cosa cerchiamo? Cerchiamo esperienze, che vivremo in modo indiretto, ma che ci permetteranno di sviluppare meccanismi di reazione adatti se una situazione simile dovesse capitarci in futuro.
Ecco perché, tra l’altro, l’immedesimazione è così importante. Le tue lettrici vogliono una protagonista in cui immedesimarsi, perché attraverso lei potranno sperimentare o rivivere emozioni e situazioni necessarie alla loro sopravvivenza.
Il discorso fila, non credi?
E quindi, per conquistare le lettrici, uno degli strumenti più efficaci è mettere in chiaro tre informazioni fondamentali.
1. Chi è la protagonista.
Come ti dicevo, questo serve per far scattare l’immedesimazione. La tua lettrice deve sapere grazie a chi e attraverso quali occhi vivrà la storia che stai per raccontarle.
2. Qual è il problema che deve affrontare.
Che non necessariamente è se lei riesce a incontrare lui. Anzi. spesso il problema che avvince è di tipo pratico: bollette da pagare, genitori anziani da accudire, errori a cui rimediare.
3. Cosa rischia.
Quindi, il conflitto. Questa parola che torna e ritorna sempre. Ma non un conflitto qualsiasi. Non battibecchi e bisticci. Non imprevisti o intoppi generici. No, il conflitto deve essere tale da rendere incerto il raggiungimento, da parte della protagonista, del suo obiettivo.
Dai alle tue lettrici queste informazioni il prima possibile e loro si trasformeranno in cani da tartufo alla ricerca di tutti gli indizi importanti per capire come andrà finire.
Ti faccio un esempio classico che più classico non si può.
L’incipit di Anna Karenina di Lev Tolstoj.
Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.
Un incipit decisamente intrigante. Ma se fino a oggi non riuscivi a capire perché, con quello che ti ho appena spiegato io dovrebbe diventare più facile.
Con questa frase, infatti, Tolstoj ci dice che quella che sta per raccontarci è la storia di una famiglia (ma probabilmente anche più di una), che deve affrontare problemi tali da mettere gravemente a rischio la sua felicità.
Cosa fa il tuo cervello a questo punto? Vuole scoprire quali sono i problemi che mettono a rischio la felicità della famiglia… e se alla fine questa famiglia riuscirà a superarli.
Anche se il romanzo di Tolstoj non si può definire un page turner, anche se è lungo e il suo è il ritmo di un classico della letteratura, il tuo cervello è già lì, con il tartufo appoggiato a terra, pronto ad annusare una pagina dopo l’altra alla ricerca di queste risposte.
Quindi, ora prendi il tuo romanzo e analizza la prima pagina o il primo capitolo alla luce di quello che ti ho raccontato fin qui. Trovi le tre informazioni di cui ti ho parlato? Dove? Ricordati, non c’è mai un troppo presto, ma un troppo tardi sì. La chiave di tutto è la curiosità. Soprattutto se sei un’esordiente. Scatena quella e avrai compiuto un grosso passo avanti per convincere la tua futura lettrice ad andare alla cassa con il tuo libro in mano!
DIVERTITI A LEGGERE GLI INCIPIT DI ALCUNI DEI TUOI ROMANZI PREFERITI E PROVA A VEDERE IN CHE PUNTO TROVI LE TRE INFORMAZIONI DI CUI TI HO PARLATO. E SE TI VA, CONDIVIDI QUELLO CHE SCOPRI CON ME!
Photo Credits: Edy Tassi TradAutrice
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