Il tuo writing retreat sta prendendo sempre più forma, vero? Hai fissato la data e ti sei anche fatta un’idea sul luogo in cui si svolgerà.
È arrivato dunque il momento, oggi, di affrontare uno degli elementi più importanti relativi all’organizzazione di un writing retreat, ancora più importante del quando e del dove.
L’obiettivo.
Certo, abbiamo detto sin dal principio che vuoi ritagliarti del tempo da dedicare alla scrittura. Già questo è un obiettivo. Ma perché la cosa si riveli davvero efficace, devi stabilire in cosa si concretizza, praticamente, questo bisogno. E se ti stai domandando perché ti sprono a occupartene ora e non come primo argomento, visto che è tanto importante, la spiegazione è semplice.
Se hai una vita impegnata, se non puoi disporre liberamente delle tue giornate ma devi venire a patti con le esigenze di un marito, di un tot di figli, dei genitori anziani, di un lavoro e magari del gatto o del cane, è ovvio che non puoi dire ok, voglio scrivere un libro in santa pace perciò me ne vado due mesi in una baita in Valtellina. Se tu potessi godere di questa libertà, probabilmente non saremmo qui a parlare di giornate o addirittura ore libere, vero?
Quindi, la prima variabile con cui devi fare i conti non è il tuo obiettivo specifico (che vagamente hai già in testa, ne sono sicura) ma il tempo che, ragionevolmente, riesci a ritagliarti da dedicare alla scrittura. E solo quando hai ben chiaro di quanto tempo disponi, riesci a stabilire un obiettivo coerente. Non ha senso infatti pensare di terminare un libro se riesci a strappare soltanto otto ore al ménage famigliare, non credi?
Quindi, di quanto tempo disponi?
Un giorno? Un weekend? Quattro giorni? Una settimana?
Solo quando hai messo a fuoco e sei consapevole di questo arco temporale, puoi valutare e stabilire il risultato da portare a casa.
Come dicevo all’inizio, però, il tuo obiettivo non deve essere vago. Hai presente? Cose tipo:
– scrivere
– perlustrare la città
– organizzare i materiali
Non che questi non siano risultati auspicabili. Ma sono talmente imprecisi e generici che, in realtà, alla fine del retreat non avrai davvero la sensazione che ti sia stato utile. Sì, magari avrai scritto qualcosa, avrai trovato qualcosa, magari avrai organizzato qualcosa e di sicuro questo qualcosa è meglio di niente, ma per essere certa che il tuo retreat serva, devi identificare e formulare in modo diverso il tuo obiettivo.
Come vuole il coaching, quindi, il tuo obiettivo deve essere SMART. Conosci già questo acronimo? Te lo spiego in un lampo.
Specific: specifico, determinato, chiaro.
Measurable: misurabile (altrimenti come fai a capire se lo hai raggiunto?)
Attainable: raggiungibile (decidere che in due giorni devi scrivere un romanzo non lo è)
Relevant: importante
Time based: circoscritto nel tempo (e qui ci siamo, visto che partiamo proprio dal tempo che hai a disposizione).
Dunque, partiamo da lì, dal time based. Hai un giorno, un weekend, quattro giorni ecc a disposizione. Cosa te ne fai?
Le alternative sono molte, ma è bene che tutte rispettino il criterio SMART (se vuoi approfondire il concetto con qualche riflessione interessante, ti consiglio questo post! .
Qui te ne elenco alcune, le più probabili o utili per il tuo lavoro, formulate tenendo conto dell’acronimo che ti ho appena illustrato.
Puoi usare un writing retreat per:
- decidere cosa scrivere. Non è obbligatorio “scrivere”. Se sei indecisa tra più alternative, idee, possibili progetti, durante il tuo writing retreat puoi riflettere e valutare su quale idea puntare. Rilassati e pensa, medita, ragiona per individuare il progetto vincente, quello che senti più tuo, quello che, nella solitudine del tuo retreat, parla al tuo cuore. Sarà quello il progetto al quale lavorerai una volta tornata a casa. E di sicuro, decidere cosa scrivere è specifico (un progetto tra i venti che ti frullano in testa), è misurabile (un progetto), è raggiungibile e sfido chiunque a obiettare che non sia importante.
- dare un nuovo impulso a una scrittura che ristagna. A casa non riesci a scrivere e più non riesci a scrivere meno scrivi. Ti servirebbe una bella iniezione di energia. Allora usa il tuo writing retreat per dare vita a un effetto valanga. Decidi che scriverai duemila parole, diecimila parole, ventimila parole (a seconda del tempo che hai) e usa queste parole come la proverbiale palla di neve, che dia slancio a tutto il resto.
- completare una sinossi. Se come me sei una che preferisce sapere in anticipo di cosa scriverà, allora puoi dedicare il tempo a tua disposizione per completare la sinossi del tuo romanzo. Per me la sinossi è la pietra miliare di ogni lavoro. Una volta che ho in mano quella, so che il più è fatto (o quasi) e mi sento molto più serena e fiduciosa.
- organizzare i materiali. Ma devi farlo in modo chiaro. Decidi che sbobinerai le tre interviste fatte, che leggerai quei due libri e ne organizzerai le informazioni su un quaderno.
- fare perlustrazioni. Se vuoi ambientare il tuo romanzo in un contesto che non conosci molto bene, puoi usare il tuo writing retreat per fare un po’ di sana ricognizione. Decidi per esempio di pattugliare il centro di quel certo luogo per trovare cinque scorci utili in cui ambientare le scene.
- fare ricerca. Hai deciso di ambientare il tuo romanzo in una distilleria? Allora approfitta del tempo a tua disposizione per prendere appuntamento in due distillerie, dove fare una visita guidata, intervistare chi ci lavora, capire meglio l’argomento.
- riposare. Sì, un writing retreat può essere utile per risposare, per allontanarti da un momento intenso sul lavoro o in famiglia, che ti toglie la concentrazione. Approfitta della pausa per dormire, passeggiare, riflettere, ricaricare le pile. Anche questo è un obiettivo, forse il più SMART che ci sia!
Come vedi, di possibilità ce ne sono moltissime e di sicuro tu riuscirai a trovarne ancora. L’importante è riuscire a sfruttare al meglio il tempo che hai a tua disposizione, per qualcosa che ti aiuti a fare un passo avanti significativo nel tuo progetto.
RIESCI A IDENTIFICARE ALTRI OBIETTIVI SMART PER UN IPOTETICO WRITING RETREAT? RACCONTAMI QUAL È IL TUO PROGETTO! E NON PERDERTI L’APPUNTAMENTO DELLA PROSSIMA SETTIMANA, RICCO DI SUGGERIMENTI PRATICI SU COSA FARE PER SFRUTTARE AL MEGLIO IL TEMPO CHE HAI DECISO DI DEDICARE ALLA SCRITTURA.
La cosa molto interessante del tuo articolo è quello di mettere in chiaro che anche quando non scriviamo, in realtà stiamo scrivendo. Domanda: si può considerare un writing retreat anche una fascia temporale giornaliera? Del tipo mi alzo alle 6.00 come Agatha Christie e smetto appena tutta la famiglia è attiva? 🙂
Ciao Mila, grazie del tuo commento!
Più che altro, svegliarsi tutte le mattine un’ora prima degli altri è una ruotine. Che di sicuro ti aiuta a scrivere con regolarità, quindi fondamentale. Il writing retreat è più un’occasione una tantum che ti serve per fare un lavoro intensivo. Un po’ come quando vai in una spa per un weekend, o frequenti un seminario.