Questo mese, parliamo di riferimenti “non casuali” a fatti o persone reali.
Come ti dicevo la settimana scorsa, i motivi per cui puoi decidere di inserire un piccolo riferimento autobiografico o riferimenti a fatti e persone reali nel tuo romanzo sono parecchi, anche se il criterio che ti deve guidare è solo quello dell’utilità per la tua storia.
Se perciò hai indivuato un fatto, un riferimento, una persona che rispetta questo criterio, prima di gettarti sulla tastiera, continua a leggere qui. Il rischio, infatti, e di finire nei guai. Guai seri. E non mi riferisco al fatto che tua madre potrebbe non parlarti per qualche settimana se pensa che tu l’abbia messa in ridicolo con la storia delle mutande (ricordi?).
Parlare di eventi o persone reali è sempre un rischio. Ti faccio un esempio famoso.
Scarlett Johansson ha vinto una causa contro un autore francese che l’ha chiaramene “usata” in un suo romanzo, per creare un personaggio promiscuo. Cosa che all’attrice non è piaciuta per niente. E probabilmente non piacerebbe nemmeno a tua sorella trovarsi descritta nei minimi particolari nel romanzo in cui parli di una sorella stronza che ruba il fidanzato alla protagonista. O se per caso raccontassi di Michele che ha tradito Luisa, e tu hai davvero un amico Michele che ti ha confidato di aver tradito sua moglie Luisa.
Devi quindi sapere che se attingi dalla realtà per scrivere il tuo romanzo, il rischio non è solo di dover sopportare qualche muso lungo in casa (nelle migliori delle ipotesi) ma potresti incorrere in qualche reato penale.
Giusto per tirare in ballo qualche termine che non incute nessunissimo timore:
- Diffamazione: se per esempio nel tuo romanzo descrivi in modo estremamente negativo o addirittura offensivo qualcuno che si riconosce (o è riconoscibile da altri).
- Violazione della privacy: l’esempio dell’amico fedifrago calza a pennello, ma vale anche se svolgi una professione in cui va rispettato il segreto professionale e tu spiattelli in piazza qualcosa che ti ha confidato un tuo cliente.
- Appropriazione indebita dell’immagine: se cioè decidi di parlare di un personaggio che è uguale sputato a un personaggio famoso, un attore, un politico, un qualsiasi cosa; anche se ne parli bene, se questo personaggio non rappresenta solo una comparsa di una scena (e anche in questo caso… parliamone) ma è chiaramente un modo per attirare attenzione sul romanzo e ricavarne visibilità che potrebbe incentivare le vendite, be’, ripensaci. E sì, esiste la Fanfiction ma anche lì non tutto è lecito. Anzi, se vuoi, ho trovato questo articolo che ne parla in modo approfondito e che ti consiglio di leggere!
- Plagio: hai trovato un personaggio stupendo in un altro romanzo e vuoi usarlo nel tuo. Ok, o scegli di seguire la strada della Fanficion (e ti rimando al punto sopra), oppure direi di cambiare idea.
Se non vuoi incorrere nel primo reato, facile, basta che tu parli bene o al limite in modo neutrale della persona in questione. Se tua sorella si riconosce nella protagonista generosa e altruista del tuo romanzo, scommetto che si guarderà bene dal metterti il muso. E lo stesso vale per la tua amica o il professore di storia. Al limite, puoi anche citarli nei ringraziamenti come fonte di ispirazione. Io l’ho fatto con uno dei personaggi di Non c’è gusto senza te. Mileno Cazzaniga, professore in pensione che scrive articoli per una rivista di approfondimento scientifico, uno dei personaggi più simpatici e buffi del romanzo, è ispirato a una ragazza che conosco e che scrive davvero per Focus, e per questo nei ringraziamenti è citata in modo simpatico.
Per quanto riguarda l’appropriazione indebita dell’immagine, ci sono modi per introdurre riferimenti a personaggi famosi con intelligenza e un pizzico di umorismo. Loredana Limone (che è mancata da poco e ricorderò sempre con affetto e stima profondi), nella sua serie Borgo Propizio parla di un Grande Maestro, verso il quale uno dei personaggi nutre un’ammirazione sconfinata. All’inizio non si capisce chi sia, questo Grande Maestro, ma l’arcano è svelato da tutta una serie di indizi disseminati tra le conversazioni e si scopre che il G.M. altri non è che Gianni Morandi. Così facendo, Loredana ha parlato di lui praticamente per quattro romanzi, senza fare mai il suo nome. E se per caso Morandi ne è venuto a conoscenza, il modo in cui se ne parla è talmente piacevole, che non potrà esserne che lusingato.
Quindi, stai sempre attenta a come ti muovi. E pensa se quel dettaglio, quella persona, sono davvero indispensabili e giustificano il rischio di cacciarsi nei guai.
Se la risposta è “sì”, allora non ti resta che imparare a muoverti con intelligenza come ha fatto Loredana. Io un paio di trucchi te li ho già anticipati, ma il post della prossima settimana sarà tutto dedicato a questo aspetto importantissimo, quindi non perdertelo!
ATTENZIONE!!! Questi articoli non si riferiscono alla scrittura di autobiografie o memoir. Non danno indicazioni su come raccontare una storia vera, una vicenda personale o un’esperienza reale. Si tratta di consigli su come prendere ispirazione, e sottolineo ISPIRAZIONE dalla vita per scrivere un romanzo. Ricevo molte domande che invece mi chiedono lumi su come raccontare eventi vissuti ma non ho le competenze, soprattutto legali, per una consulenza di questa importanza.
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Salve! Vorrei pubblicare dei miei scritti che comprendono le mie memorie d’ infanzia e brevi racconti di persone che ho conosciuto e amato e che non ci sono più. In questi racconti scrivo miei ricordi e emozioni usando i loro veri nomi e per alcuni anche le date di nascita e decesso. Ho scritto anche delle mie nonne. Ma… Mi assale un dubbio…devo cercare i familiari di queste persone per chiedere il permesso di poter raccontare del proprio parente morto? E per le mie nonne devo chiedere il permesso a zii e cugini?
Grazie!
Cara Ariela, grazie del tuo messaggio.
Il tuo progetto mi sembra un vero e proprio omaggio alle persone che hanno popolato la tua vita e il tono che trapela da quello che mi hai scritto esprime affetto. Se così è, più che chiedere una vera e propria autorizzazione, potresti semplicemente informare, chi puoi/vuoi, di quello che stai facendo. Normalmente, alle persone fa piacere quando un proprio caro viene ricordato in modo affettuoso e pittoresco. Non credo quindi che avrai grandi difficoltà. Certo, il soggetto “ostile” può sempre capitare, e solo tu sai se è il tuo caso.I tuoi ricordi però appartengono solo a te, e se vuoi raccontarli, se facendolo non offendi nessuno ma, anzi, dipingi un quadro affettuoso, penso che sia solo un gesto di cortesia, informare. Io, se dovessi raccontare del mio rapporto con una delle mie nonne, non chiederei certo il permesso ai miei cugini, soprattutto se quello che voglio raccontare sgorga dal mio cuore e, per di più, non li coinvolge. 🙂 Buona scrittura!
Buonasera ,
Ho l’intenzione di scrivere un libro in gran parte autobiografico.
La mia vita non è stata rose e fiori e negli scritti che ho “buttato giù” per ora per me stessa, ci sono nomi e azioni che questi individui hanno compiuto. Qualcuno potrebbe essere abbastanza riconoscibile.
C’è il pericolo di incombere quindi in qualche reato?
Grazie
Buongiorno Emanuela,
il mio articolo è rivolto a chi vuole scrivere un romanzo, quindi un’opera di fantasia, ispirandosi a riferimenti reali. Nel caso del romanzo, i fatti si possono modificare e le persone si possono rendere irriconoscibili (o almeno ci si può provare). Se però parliamo di un testo autobiografico, l’aderenza dei fatti narrati con la realtà deve necessariamente essere maggiore e il rischio è di incorrere in una denuncia per diffamazione se le persone coinvolte si ritenessero danneggiate da quello che scrivi. Si tratta di una questione delicata che di solito va valutata sia da un punto di vista legale che editoriale. Non sono però un avvocato per dirti come muoverti e le mie indicazioni non sono consulenze, sono semplicemente campanelli d’allarme che servono per far riflettere sulla questione. Buona scrittura!
Salve, da tempo sto pensando di scrivere delle gesta di un campione dello sport che purtroppo, per la sua prematura dipartita, non ha potuto raccogliere i risultati che avrebbe meritato. Chiedendo ovviamente il permesso agli eredi, è possibile narrare una storia, modificando gli eventi realmente accaduti come in una sorta di “sliding doors”?
Buongiorno Dario, visto che tu stesso mi anticipi che chiederai il permesso agli eredi, non vedo perché no. Buona scrittura!
Buongiorno Edy! Mi chiedevo se potesse aiutarmi a dissolvere un dubbio riguardo un aspetto del mio romanzo. Si tratta di una storia di fantasia ambientata nella mia regione. Tra i personaggi ci sono creature leggendarie del posto, ma anche tre ragazzi che indossano delle maschere. Queste maschere sono tipiche del carnevale di tre diversi paesi. Nella storia mi limito a descrivere i loro costumi senza riportare il nome esatto, anche se a fine libro avevo intenzione di aggiungere qualcosa come “tale personaggio è ispirato alle maschere di *nome del paese*”. Inoltre faccio intendere che tutte le maschere esistenti nella mia regione condividano un segreto. Non è niente di brutto, non vedo perché qualcuno dovrebbe arrabbiarsi. Ovviamente io ho agito in buona fede, ma lei crede che potrei finire nei guai? Grazie mille per il suo tempo, le auguro una buona giornata!
Ciao Giada, onestamente non vedo perché dovresti avere problemi. Mi sembra che il tuo progetto sia una opera di fantasia che si ispira a fatti o dettagli reali. Se poi aggiungi un diclaimer alla fine spiegando a cosa ti sei ispirata, credo tu possa dormire sonni tranquilli. Stai attingendo a figure della tradizione popolare, in più ne dichiari l’ispirazione.
Per come me l’hai presentata, ritengo che tu non stia facendo nulla che non facciano milioni di autori al mondo.
Buona scrittura!
Edy
Salve Edy,
citare personaggi storici del Medioevo tramutati fittiziamente in fantasmi può comportare problemi a tuo giudizio ?
Salve Luca,
direi di no! Si tratta di una licenza poetica, di quelle che vengono usate spesso. Se proprio proprio, puoi aggiungere una prefazione in cui lo spieghi, ma io starei tranquillo.
Buona scrittura
Edy
Ricordi di scuola: se cito il nome di un insegnante per un brevissimo aneddoto umoristico ( esempio: ricordo ancora quando il prof…. sbagliò la pronuncia di…) posso avere problemi?
Ciao Marianna, io al tuo posto andrei avanti senza problemi. Pensa a quanti aneddoti di questo tipo si raccontano oggi sui social, o sui blog, per esemplificare qualcosa, per fare un po’ di storytelling ecc. Inoltre, stiamo parlando di un umorismo bonario, mi pare, che risale a parecchi anni fa. Se proprio vuoi essere sicura, e puoi contattarlo, avvisalo delle tue intenzioni, ma onestamente non mi preoccuperei troppo. Da come ne parli, le tue intenzioni mi paiono innocue e benevole.
Buona scrittura!
Edy
Ciao Marianna,
sto scrivendo una storia alternativa ispirata alla Guerra Fredda, al crollo della Cortina di Ferro ed al colpo di stato in Unione Sovietica. Ho inserito nomi di personaggi inventati ma ovviamente ispirati a quelli realmente esistiti.
E’ un problema secondo te?
Altra domanda: vorrei pubblicare questo romanzo “a puntate” tramite un blog. Sono protetto dal punto di vista del copyright. Non mi aspetto di fare chissà quale successo, ma non vorrei nemmeno farmi fregare l’idea sotto il naso.
Ciao Patrick, immagino di ti rivolgessi a me, non a Marianna 🙂
Secondo me il primo non è un problema ma, come sempre, una licenza poetica. Nel secondo caso, non sono un’esperta di tutela del diritto d’autore. Posso però dirti che nel momento in cui tu pubblichi a puntate sul tuo blog, questo vale come dimostrazione di paternità e se qualcuno dovesse pubblicare la stessa cosa dopo di te, potresti farlo valere. Di più non posso aiutarti. Ti consiglio di rivolgerti a qualche legale che ha familiarità con la questione.
Buona scrittura!
Edy
Ciao Edy. Scusa per la confusione nei nomi…
Grazie per le risposte.
Mi chiedevo…e se invece utilizzassi nomi e cognomi di personaggi realmente esistiti credi sarebbe un problema? Tanto di essi sono già morti nel frattempo, ma rimangono pur sempre i loro famigliari e discendenti. Credi che potrebbero fare storie se utilizzassi tali personaggi in una storia di realtà alternativa ? (Penso ai vari Gorbachov, Reagan, Thatcher e tanti altri ..)
Ciao Patrick scusa tu il ritardo.
Non so risponderti in modo preciso. In linea di massima credo la cosa sia fattibile. Di recente ho letto un libro di Fannie Flagg, Pane cose e cappuccino, nel quale la protagonista intrattiene un dialogo con Tennessee Williams. O ancora, nel libro di Lorenza Gentile, Le piccole libertà, la protagonista chiacchiera con Leonard Cohen e con Alejandro Jodorowsky. Non so se in entrambi i casi le autrici abbiano chiesto una liberatoria,, però la storia l’hanno scritta.
Salve, ho trovato molto interessante il suo articolo e mi piacerebbe avere altri consigli in merito. Ho scritto un romanzo che si ispira molto alla mia vita e di chi mi ha circondato ma non è una autobiografia. Io stesso e tutti gli altri personaggi che si ispirano a persone reali sono cambiati di nome, anche se ne riproducono fedelmente tutti i caratteri e si muovono in luoghi molto vicini alla realtà. Il racconto ne mette in evidenza pregi e difetti e non vuol essere tendenzioso ma lasciare spazio di valutazione al lettore. Pensa possa causarmi problemi e soprattutto, chi si riconoscesse, potrebbe minacciarmi con cause legali anche se non è espressamente menzionato?
Alessandro, bentrovato.
Mi fai una domanda da un milione di dollari. Purtroppo non so prevedere come potrebbero reagire le persone alle quali ti sei ispirato, riconoscendosi. Come principio, potrei dirti che con i pregi dovresti andare sul sicuro (chi si offenderebbe se un proprio pregio viene raccontato al mondo?), mentre con i difetti, chissà. Se il difetto è veniale, tipo l’amico dispettoso che si diverte a suonare i campanelli e si riconosce, direi che non ci sono problemi. Ma se l’amico è un traditore seriale anche nel libro e non solo si riconosce lui ma potenzialmente lo può riconoscere anche la moglie ignara, capisci anche tu che il rischio aumenta in modo esponenziale. Per questo consiglio sempre di evitare che le persone siano riconoscibili, tanto più se non stai scrivendo un memoir o un’autobiografia. Ma questa è una mia modesta opinione.
La ringrazio molto del consiglio, infondo anch’io avevo pensato la stessa cosa ma mi ha fatto ugualmente piacere sentire anche la sua opinione.
Salve , ho appena scritto un romanzo tratto dalla mia autobiografia , dove L’ amore prende difende forme . Ho citato i personaggi che ho conosciuto durante questo percorso ,ma ho cambiato letteralmente i nomi e in alcune occasioni anche le dinamiche .perché con alcuni la conoscenza e amicizia è finita . A prescindere dai cambi di nomi , se qualcuno si rispecchia attraverso i racconti , posso incombere a dei problemi futuri ? Grazie Marco
Buongiorno Marco, come rispondevo anche a chi ti ha preceduto, non possiedo la sfera magica. Molti libri andrebbero letti per valutare la cosa. Capita spessissimo che un autore attinga alla propria storia personale, e tanto fa l’intenzione con cui si racconta. Nella maggior parte dei casi, cambiare i nomi e le dinamiche è la cosa principale da fare, che mette al riparo da molti problemi. Ma, appunto, le mie sono linee guida, criteri generali.
Buona scrittura
Buongiorno, ho un dubbio che mi attanaglia. Sto scrivendo un romanzo di fantasia, in cui occorre che faccia riferimento a nomi di vie di una città. Queste vie esistono realmente e avrei bisogno di specificare anche dei numeri civici. Come comportarsi in questi casi? Mille grazie
Buongiorno Cristina. Non vedo perché non si possa fare. Se nel tuo romanzo non dici che in via Milano 5 abita Marta Colombo, e nella realtà in via Milano abita davvero una Marta Colombo e tu e chissà chi conoscete, non ci sono problemi. In caso contrario chiedi a Marta Colombo se la cosa la infastidisce. Se scrivere una scena ambientata in una certa via presso un certo numero civico fosse un problema, nessuno potrebbe per esempio scrivere di una ipotetica Jane Doe che vive a New York, sulla Quinta Avenue al 942 (Via che esiste, ovviamente, e altrettanto il numero civico). Come dico sempre, le mie risposte sono generiche e rispondono a domande generiche, ma spero che aiutino.
Buona scrittura
Edy