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Edy Tassi

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I romanzi: finzione o realtà?

Edy Tassi | 6 Febbraio 2019 | Brainstorming, Personaggi, Trama, Vita da autrice

 

“Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale”

Hai mai notato questa frase? È il disclaimer che si trova su molti romanzi e che funge un po’ da salvagente per gli autori e le case editrici. Una precauzione che serve per mettersi al riparo da guai (anche seri).
Ma perché un autore dovrebbe sentire il bisogno di questo salvagente?

Perché, ammettiamolo, la vita in certi casi sa essere più avvincente della finzione. Quante volte tu stessa lo hai sentito dire, o magari lo hai pensato?
Quante volte sei venuta a conoscenza di un fatto e ti sei detta, “caspita, sembra un film!”
Di sicuro, ogni volta che hai assistito a qualcosa di bellissimo o bruttissimo. Quando hai letto una notizia sul giornale o hai ascoltato il racconto di un’esperienza vissuta da un amico o da un conoscente così insolita o rocambolesca da sembrare studiata a tavolino.

Perché è così: spessissimo, la vita reale si rivela più sorprendente, commovente, drammatica, o devastante di qualsiasi parto della fantasia. A volte la vita è capace di infilare una serie meravigliosa di eventi postivi o di sfighe galattiche.

Bene.

E secondo te, un’autrice può lasciare questo ben di dio chiuso in uno sgabuzzino a prendere polvere, solo perché quella tale vicenda o quel tale evento non sono frutto della sua mente sadica?
Ma neanche per sogno.

Che sia chiaro, un’autrice prende spunto da TUTTO (se hai bisogno di qualche idea, ne trovi nel mio manuale, Scrivere Rosa, e in questo post, che parla di Natale ma sicuramente potrà ispirarti per approfittare di molti altri momenti) e quindi anche dalla realtà.
Proprio così. Nonostante i disclaimer come quello che trovi nel colophon di tanti romanzi, molte, moltissime autrici attingono a fatti reali o alla loro vita personale (dopotutto, quel disclaimer a te non sembra un modo per mettere le mani avanti? Per dire a zia Filomena, che quel personaggio un po’ acido, con la mania di cucinare cavoletti di Bruxelles, e che colleziona saponette, è solo un caso se assomiglia vagamente a lei, che di certo non brilla per amabilità, ha una passione per la verza e colleziona bagnoschiuma?).

Perché, diciamolo, attorno a noi ci sono un sacco di “personaggi” perfetti per le nostre storie. O eventi che ci ispirano.
Quello che però accade di solito, nella realtà, è che da un lato ci siano personaggi stupendi con una vita normale e a cui non succede niente di particolare, dall’altro fatti stupendi che accadono a persone banali.
Gli scrittori sono le paraninfe che possono compiere il miracolo e unire personaggi indimenticabili a storie incredibili.

Per esempio: le peripezie di un esploratore che si perde nella giungla senza bussola e con risorse limitate per sopravvivere sarebbe un ottimo documentario sulla sopravvivenza in ambienti ostili (e magari tu hai scoperto questa notizia proprio così). Ma per trasformare questo documentario in qualcosa di più, l’esploratore deve diventare un personaggio.
E forse lo diventa se una scrittrice come te decide di raccontare che questo esploratore ha scommesso qualcosa, sta cercando qualcuno, o forse ha a casa una moglie che lo aspetta ma sta perdendo la speranza che lui torni.

Questo è un modo attivo e consapevole di attingere alla realtà. E magari tu non lo fai.

Probabilmente, capita molto più spesso che tu attinga inconsapevolmente, in modo automatico, dalla realtà.
Sì, sì. Anche tu.
Quando nel tuo romanzo racconti che Anna è entrata in un McDonald’s attingi dalla realtà. Quando racconti che Roberto passeggia in corso Vittorio Emanuele a Milano, con lo sguardo rivolto verso le guglie del Duomo, attingi dalla realtà.
Citare trasmissioni televisive, riviste, negozi, strade, monumenti, prodotti è un modo blando e tutto sommato sicuro di mescolare finzione e realtà.

“Quella che chiamiamo fiction, è come una tela di ragno, attaccata forse lievissimamente, ma pur sempre attaccata alla vita per tutti i suoi quattro angoli”

Virginia Woolf Una stanza tutta per sé

Se vuoi mescolare finzione e realtà, puoi trovare tantissime fonti di ispirazione: dai fatti di cronaca di cui senti parlare, da quello che vedi con i tuoi occhi, da biografie, da documentari, da programmi televisivi (pensa a che miniera inesauribile possono essere certi programmi spazzatura!).
I tuoi personaggi possono assomigliare a qualcuno che hai notato per strada, a concorrenti di uno show, al tuo vecchio vicino di casa o al fruttivendolo del paesino dove vai tutti gli anni al mare. Puoi prendere spunto da tutto (e sottolineo “spunto”).
Soprattutto, come accennavo qualche riga più su, puoi prendere spunto da te stessa e dalla tua vita.

Vuoi sapere come? Te lo racconto la prossima settimana!

A PROPOSITO DI PERSONAGGI, HAI GIÀ DATO UN’OCCHIATA A MADREPERLA, IL PERCORSO DOVE TI INSEGNO A CREARE PERSONAGGI UNICI E PREZIOSI COME PERLE? POTREBBE ESSERE L’OCCASIONE PERFETTA PER AIUTARTI A INTEGRARE QUALCOSA DI PERSONALE NELLA STORIA CHE VUOI SCRIVERE E RACCONTARE.

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Comments

  1. Alessabdro Passeri says

    11 Marzo 2021 at 14:47

    Dico solo una cosa la realtà è quella che viviamo tutti i giorni la fantasia è quello che scriviamo, dipingiamo o leggiamo quindi correre ai ripari, scandalizzarsi o finire nei guai è pura follia un autore deve sentirsi libero di fare arte con quello che vuole come vuole senza problemi

    Rispondi
    • Edy Tassi says

      11 Marzo 2021 at 15:48

      Hai ragione, un autore è libero di scrivere quello che vuole. Se però non stai scrivendo un articolo di cronaca o di denuncia, un reportage o una biografia ma, appunto, un romanzo, se attingi a fatti reali un po’ di cautela e di delicatezza nei confronti di chi quei fatti li ha vissuti davvero secondo me è espressione di quella sensibilità e di quella empatia che fanno parte proprio della capacità di narrazione dell’essere umano.

      Rispondi

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Gli splendidi ritratti in bio e le foto che abbelliscono la mia homepage sono della bravissima Marina Montorfano (aka M as Me).

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Ciao! Sono Edy Tassi. Amo scrivere, tradurre e occuparmi delle donne che hanno un tesoro da raccontare nascosto dentro di sé.
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"Mr X scese dal taxi e percorse i pochi metri che "Mr X scese dal taxi e percorse i pochi metri che lo separavano dalle porte girevoli dell'edificio..."
Bene, e chissenefrega?
I romanzi raccontano storie che devono essere il più possibile verosimili, nel senso di credibili. Ciò che viene raccontato può essere fantasioso, fantascientifico, il frutto di una creatività sfrenata, ma i lettori devono continuare a pensare che quello che viene raccontato potrebbe davvero accadere, se non in questa realtà, in una realtà parallela.
Così a volte accade che per rendere verosimile una storia, pensiamo di dover raccontare per filo e per segno ciò che avviene nella realtà, fin nei dettagli più noiosi, tipo Mr X che cammina per raggiungere la porta del condominio.
Invece non è così. In una storia dobbiamo raccontare quelli che potremmo considerare gli "highlights", solo ciò che conta, tralasciando appunto le scene in cui non succede niente ma i personaggi entrano ed escono da una stanza, scendono da una macchina per andare in un luogo qualsiasi, si spostano da qui a lì e di fatto, l'unica cosa che succede è che si consumano le scarpe.
📖📖📖
Conoscevi questa espressione? O ti vengono in mente scene di questo tipo?
📖📖📖
Ovviamente poi ci sono le eccezioni. Chi non ricorda la scena in cui Miranda Priestly arriva la prima volta in readazione? Ma lì tutto, dalle scarpe che scendono dal taxi, le riviste e la borsa sotto il braccio e l'andatura fanno da contrappunto al delirio che si sta scatenando negli uffici ed è tutt'altro che una scena inutile!

#edytassi #ispirautrice #perlesescrivi #scrivererosa #paroledellascrittura #writingtips #consiglidiscrittura #vitadascrittrice #ioscrivo #scriveresempre
"Dovremmo considerare persi i giorni in cui non ab "Dovremmo considerare persi i giorni in cui non abbiamo ballato almeno una volta" Nietzsche

Il 29 aprile si festeggia la Giornata Internazionale della Danza.
Se anche tu ami questa disciplina, hai già letto i miei romanzi in cui è proprio la protagonista?
Sono quattro volumi autoconclusivi, che però è comunque meglio leggere in fila, partendo da Assolo.
Eccoli in breve:
- Assolo, romanzo ambientato a Londra, è la storia d'amore tra Nicholas Morgan, un coreografo che mette la danza al di sopra di tutto e che vuole dimostrare al mondo quanto vale, e Arianna Radburn, una delle sue ballerine, che invece sembra mettere al primo posto tutt'altro e per la quale la danza è soprattutto un mezzo.
- Intervallo, una novella ambientata a Londra, è una piccola parentesi che separa la prima storia dalla seconda e che racconta un momento importante della vita di Nicholas e Arianna e mette sotto i riflettori il protagonista successivo Jakob Adams
- Passo a due, ambientato a Milano, è la storia di Jakob Adams un ballerino ossessionato dal bisogno di dimostrare di essere un vero uomo e Nadia Magni, una ballerina a cui hanno insegnato che non ci si può fidare di chi frequenta il mondo dello spettacolo
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Appuntamento con il manuale del mese! Stavolta, è Appuntamento con il manuale del mese!
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Se poi accarezzi anche tu il sogno di scrivere un manuale, un libro di self-help o un saggio come questo, corri a fare il test che trovi nei miei link in bio e scopri qual è il tipo di manuale perfetto per te!

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Tre romanzi e due saggi/mauali. Sono piuttosto sod Tre romanzi e due saggi/mauali.
Sono piuttosto soddisfatta delle letture di aprile. Anche se tre su cinque non sono da standing ovation, le altre due mi hanno conquistata, letteralmente.
Eccole qui:
📖 Oliver Burkeman: uno stupendo saggio sul tempo. Sapevi che ciascuno di noi ha in media 4000 settimane di vita? Hai mai fatto il calcolo di quante ne hai già vissute? Questo testo è stato un fantastico spunto di riflessione, sul fatto che il tempo non è qualcosa che possediamo, ma qualcosa che SIAMO e che ciascuno di noi esiste nel tempo. Il tempo non è qualcosa separato da noi. Da leggere.
📖 Paola Chiozza: una chick-lit scritta benissimo, divertente, avvincente e chi più ne ha, ne metta. Mi è piaciuta la trama, l'ambientazione per me del tutto nuova, i dialoghi brillanti, la credibilità con cui Paola parla di astrofisica. Super super consigliato.
📖 Cecelia Ahern: una women fiction che è anche commedia romantica. Mi ha divertita il fatto che il titolo di ogni capitolo assomigliasse al titolo di un possibile manuale di self-help. Nel romanzo, Christine ha 15 giorni per aiutare Adam ad innamorarsi di nuovo della vita, ci riuscirà?
📖 Sarah Knight: questo per me è un libro no. L'autrice mi è sembrata più preoccupata di mettere in mostra la sua arguzia e la sua capacità di infarcire le pagine di parolacce. L'ho letto in un baleno ma non mi è piaciuto.
📖 Paola Servente: una commedia, anche questa. Carina, leggera, per me un filo troppo scarna nelle descrizioni e nelle atmosfere, ma l'ho letta volentieri. Cardiochirurgo contro cardiochirurgo.

Li hai già letti? Ce n'è uno di cui vorresti scorprire qualcosa di più?

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Conosci l'autrice di PS: I love you? Cecelia Ahern Conosci l'autrice di PS: I love you?
Cecelia Ahern è una delle mie autrici preferite e in occasione della festa di San Patrizio ti ho proposto una serie di storie dedicate ai suoi romanzi (le trovi in evidenza sotto "reading tips").
Oggi ho pensato di proporti la sua writing routine.
Una delle cose più interessanti, secondo me, oltre al fatto che inizia a scrivere ogni suo romanzo a gennaio (e ne scrive uno all'anno), è che per ogni romanzo scrive quattro stesure. La prima, la cosiddetta "zero draft" è quella che scrive di slancio, solo per se stessa. E' una stesura veloce e approssimativa. Poi c'è la seconda stesura, che riempie i vuoti lasciati nella prima. A questo punto invia la stesura all'editore, che suggerisce miglioramenti e modifiche, dai quali nasce la terza stesura e infine c'è la quarta stesura, quella definitiva.
Io ho calcolato che più o meno i conti tornano anche per me. Anche se, per esempio, Non c'è gusto senza te ha avuto praticamente due stesure sole. Ma è stata un'eccezione.

Tu conosci Cecelia? Quale delle sue abitudini di scrittura ti ha incuriosita di più?

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"La Ducati Diavel rombava fra le sue gambe. Marco "La Ducati Diavel rombava fra le sue gambe.
Marco mise la freccia all’ultimo minuto e si infilò bruscamente nel parcheggio di Villa Olmo. Zigzagando fra le macchine che facevano manovra, raggiunse il cancello della villa e, dopo aver dato gas con rabbia un’ultima volta, spense il motore. Si sfilò gli occhiali, tolse il casco e venne investito di colpo dall’aria fresca che saliva dal lago. Abbassò il cavalletto e smontò. Poi si diresse a passo di marcia verso il piazzale ricoperto di ghiaia che si allargava davanti alla villa.
C’erano grandi piante frondose e profumate, bordure fiorite che lui notò a stento. Individuò la prima panchina libera e si lasciò cadere con un grugnito scontroso, dando le spalle all’elegante costruzione neoclassica.
Perché te la prendi tanto?, si domandò, allungando le gambe e incrociando le braccia. Le cose stavano andando esattamente come si aspettava, no? Avrebbe dovuto essere contento di aver previsto tutto. Suo padre che lo chiamava per chiedergli consiglio, suo zio che lo tormentava con il suo sarcasmo. La riluttanza di entrambi a dargli ascolto.
La cosa veramente sorprendente era il fatto che lui avesse accettato di tornare e di prestarsi a quella pantomima." 

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"Amore è quando continuo a rivivere nella testa l "Amore è quando continuo a rivivere nella testa le cose che abbiamo fatto insieme. Quando non posso fare a meno di programmarne altre, anche se non so se le realizzeremo mai. Quando di colpo ho come la sensazione che mi manchi qualcosa, in qualsiasi momento della giornata. Sono sempre bastato a me stesso, ma dal momento in cui ti ho conosciuta la vita che mi ero costruito attorno sembra essersi di colpo dilatata e aver lasciato un sacco di spazio vuoto da riempire."

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"Cara Gloria, come vedi, sono al corrente della tu "Cara Gloria,
come vedi, sono al corrente della tua esistenza. E ti domanderai perché non ti ho mai cercata. Forse avrei dovuto farlo quando potevo. Ma certe volte le occasioni perse non tornano.
Non so dove sei e non so cosa fai, se però hai tra le mani questa lettera è perché per qualche motivo sei arrivata a Como.
Chissà cosa ti avranno raccontato di me tua madre e tuo padre o le altre persone che mi conoscevano. Angela di sicuro ti avrà detto che ero un vecchio testardo. E se lo dice lei, è vero. Ma ora mi rimane poco tempo per continuare a esserlo.
Tua madre ha deciso di voltare le spalle a quello che le offrivo e tutto ciò che avrebbe potuto essere suo diventerà di qualcun altro se tu non tornerai a reclamare la tua eredità. Ma c’è qualcosa che desidero sia tuo e che voglio comunque mettere da parte per te.
La villa, l’azienda, i conti correnti sono tutte cose importanti, a cui ho dedicato la mia vita. Forse anche sbagliando. Ma c’è qualcosa di più.
Nella villa ho nascosto il mio tesoro più prezioso e che voglio arrivi comunque a te.
Nessuno sa cosa sia o dove sia, quindi è inutile che chiedi. Devi cercarlo tu. Trovalo e sarà tuo.
In caso contrario, rimarrà dov’è ora. Anche per sempre.
Giovanni"

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Sei una che preferisce stare dentro la palla di ve Sei una che preferisce stare dentro la palla di vetro o fuori?
✨✨✨
Una domanda strana, lo so. Ma di recente ho letto un libro dedicato al blocco dello scrittore, nel quale l'autrice, Becca Syme, si pone proprio questo interrogativo.
Ci sono autrici che hanno bisogno di essere dentro la palla di vetro, cioè dentro la storia, e sperimentarla dall'interno, per poterla scrivere. Altre invece hanno bisogno di vederla nel loro complesso da fuori, da una certa distanza. 
Questo mi ha ispirata a scrivere l'ultimo post, che trovi nel link in bio,  dedicato a un fraintendimento in cui spesso cadiamo tutte. Cioè credere che per diventare scrittrici migliori, dobbiamo diventare scrittrici diverse. Tipo decidere che per migliorare devi diventare una plotter (cioè qualcuno che prima fa tutta la scaletta della storia) se sei una pantser (cioè qualcuno che scopre la storia man mano che la scrive).
🎇🎇🎇
In realtà non è così. Perché per migliorare spesso ha più senso lavorare su ciò che si è, piuttosto che su ciò che non si è, e provare ad avvicinare a sé ciò che ci è lontano, senza cercare di stravolgere tutto. Per esempio, potrebbe essere interessante provare a progettare i personaggi e lasciare che siano poi loro a raccontare la storia, avvicinando a te una tecnica da plotter e adattandola al tuo essere pantser.
💕💕💕
Cosa ne pensi?
In che modo tu hai provato a "migliorarti" lavorando in una direzione opposta a quello che sei, e magari non hai ottenuto i risultati sperati?

Photo by @deerspensa_studio 

#edytassi #ispirautrice #perlesescrivi #scrivererosa #paroledellascrittura #writingtips #consiglidiscrittura #vitadascrittrice #ioscrivo #scriveresempre #writingcoach #writingmentor

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