“Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale”
Hai mai notato questa frase? È il disclaimer che si trova su molti romanzi e che funge un po’ da salvagente per gli autori e le case editrici. Una precauzione che serve per mettersi al riparo da guai (anche seri).
Ma perché un autore dovrebbe sentire il bisogno di questo salvagente?
Perché, ammettiamolo, la vita in certi casi sa essere più avvincente della finzione. Quante volte tu stessa lo hai sentito dire, o magari lo hai pensato?
Quante volte sei venuta a conoscenza di un fatto e ti sei detta, “caspita, sembra un film!”
Di sicuro, ogni volta che hai assistito a qualcosa di bellissimo o bruttissimo. Quando hai letto una notizia sul giornale o hai ascoltato il racconto di un’esperienza vissuta da un amico o da un conoscente così insolita o rocambolesca da sembrare studiata a tavolino.
Perché è così: spessissimo, la vita reale si rivela più sorprendente, commovente, drammatica, o devastante di qualsiasi parto della fantasia. A volte la vita è capace di infilare una serie meravigliosa di eventi postivi o di sfighe galattiche.
Bene.
E secondo te, un’autrice può lasciare questo ben di dio chiuso in uno sgabuzzino a prendere polvere, solo perché quella tale vicenda o quel tale evento non sono frutto della sua mente sadica?
Ma neanche per sogno.
Che sia chiaro, un’autrice prende spunto da TUTTO (se hai bisogno di qualche idea, ne trovi nel mio manuale, Scrivere Rosa, e in questo post, che parla di Natale ma sicuramente potrà ispirarti per approfittare di molti altri momenti) e quindi anche dalla realtà.
Proprio così. Nonostante i disclaimer come quello che trovi nel colophon di tanti romanzi, molte, moltissime autrici attingono a fatti reali o alla loro vita personale (dopotutto, quel disclaimer a te non sembra un modo per mettere le mani avanti? Per dire a zia Filomena, che quel personaggio un po’ acido, con la mania di cucinare cavoletti di Bruxelles, e che colleziona saponette, è solo un caso se assomiglia vagamente a lei, che di certo non brilla per amabilità, ha una passione per la verza e colleziona bagnoschiuma?).
Perché, diciamolo, attorno a noi ci sono un sacco di “personaggi” perfetti per le nostre storie. O eventi che ci ispirano.
Quello che però accade di solito, nella realtà, è che da un lato ci siano personaggi stupendi con una vita normale e a cui non succede niente di particolare, dall’altro fatti stupendi che accadono a persone banali.
Gli scrittori sono le paraninfe che possono compiere il miracolo e unire personaggi indimenticabili a storie incredibili.
Per esempio: le peripezie di un esploratore che si perde nella giungla senza bussola e con risorse limitate per sopravvivere sarebbe un ottimo documentario sulla sopravvivenza in ambienti ostili (e magari tu hai scoperto questa notizia proprio così). Ma per trasformare questo documentario in qualcosa di più, l’esploratore deve diventare un personaggio.
E forse lo diventa se una scrittrice come te decide di raccontare che questo esploratore ha scommesso qualcosa, sta cercando qualcuno, o forse ha a casa una moglie che lo aspetta ma sta perdendo la speranza che lui torni.
Questo è un modo attivo e consapevole di attingere alla realtà. E magari tu non lo fai.
Probabilmente, capita molto più spesso che tu attinga inconsapevolmente, in modo automatico, dalla realtà.
Sì, sì. Anche tu.
Quando nel tuo romanzo racconti che Anna è entrata in un McDonald’s attingi dalla realtà. Quando racconti che Roberto passeggia in corso Vittorio Emanuele a Milano, con lo sguardo rivolto verso le guglie del Duomo, attingi dalla realtà.
Citare trasmissioni televisive, riviste, negozi, strade, monumenti, prodotti è un modo blando e tutto sommato sicuro di mescolare finzione e realtà.
“Quella che chiamiamo fiction, è come una tela di ragno, attaccata forse lievissimamente, ma pur sempre attaccata alla vita per tutti i suoi quattro angoli”
Virginia Woolf Una stanza tutta per sé
Se vuoi mescolare finzione e realtà, puoi trovare tantissime fonti di ispirazione: dai fatti di cronaca di cui senti parlare, da quello che vedi con i tuoi occhi, da biografie, da documentari, da programmi televisivi (pensa a che miniera inesauribile possono essere certi programmi spazzatura!).
I tuoi personaggi possono assomigliare a qualcuno che hai notato per strada, a concorrenti di uno show, al tuo vecchio vicino di casa o al fruttivendolo del paesino dove vai tutti gli anni al mare. Puoi prendere spunto da tutto (e sottolineo “spunto”).
Soprattutto, come accennavo qualche riga più su, puoi prendere spunto da te stessa e dalla tua vita.
Vuoi sapere come? Te lo racconto la prossima settimana!
A PROPOSITO DI PERSONAGGI, HAI GIÀ DATO UN’OCCHIATA A MADREPERLA, IL PERCORSO DOVE TI INSEGNO A CREARE PERSONAGGI UNICI E PREZIOSI COME PERLE? POTREBBE ESSERE L’OCCASIONE PERFETTA PER AIUTARTI A INTEGRARE QUALCOSA DI PERSONALE NELLA STORIA CHE VUOI SCRIVERE E RACCONTARE.
Dico solo una cosa la realtà è quella che viviamo tutti i giorni la fantasia è quello che scriviamo, dipingiamo o leggiamo quindi correre ai ripari, scandalizzarsi o finire nei guai è pura follia un autore deve sentirsi libero di fare arte con quello che vuole come vuole senza problemi
Hai ragione, un autore è libero di scrivere quello che vuole. Se però non stai scrivendo un articolo di cronaca o di denuncia, un reportage o una biografia ma, appunto, un romanzo, se attingi a fatti reali un po’ di cautela e di delicatezza nei confronti di chi quei fatti li ha vissuti davvero secondo me è espressione di quella sensibilità e di quella empatia che fanno parte proprio della capacità di narrazione dell’essere umano.