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I quattro pilastri indispensabili per scrivere qualsiasi libro

Edy Tassi | 4 Novembre 2020 | Errori da evitare, Scrittura, Vita da autrice

 

Alcune mie clienti, che stanno lavorando al loro romanzo o al loro manuale, a volte mi dicono: «Accidenti, non pensavo fosse così difficile!».

Questa osservazione non è insolita e accomuna moltissime persone che sognano di scrivere un libro. Di solito, arriva da chi ha facilità di scrittura, idee originali  e riesce a scrivere senza problemi post, articoli o racconti brevi. E per questo pensa che il salto a “libro” sia solo una questione di numero di pagine, ma trascura quelli che sono i quattro pilastri fondamentali della scrittura.

Ecco perché, altrettanto spesso, capita che queste persone non riescano ad arrivare in fondo. Così, a quel punto scatta l’incredulità, la delusione, magari lo sconforto. In certi casi, abbandonano il progetto, che però resta lì, in un angolo della mente, ad alimentare quei sentimenti negativi e a minare la loro sicurezza. «Perché non sono riuscita a terminare il libro?» «Ma allora sarò davvero così competente?» «Non è che magari sono meno brava di quello che credo?»

La vocina comincia a rigirare il coltello nella piaga.

I PROBLEMI DA NON SOTTOVALUTARE

Quando non si riesce a scrivere un libro, molto spesso è perché ci sono sottovalutati alcuni aspetti della scrittura:

  • I blog post, le newsletter, gli articoli e i racconti ti abituano a una gratificazione immediata o nel breve periodo. Scrivi, pubblichi, ricevi un feedback e via, il ciclo continua. La scrittura di un romanzo o di un manuale prevede l’impiego di tante risorse per lunghi periodi di tempo senza (apparenti) gratificazioni in vista.
  • Quando scrivi testi brevi, il riscontro che ottieni da chi ti legge ti permette subito di capire che aria tira e aggiustare la mira. Quando scrivi un testo lungo, devi fidarti solo di te stessa finché non l’hai finito.
  • Nella scrittura di un testo breve puoi sviscerare un’idea o raccontare un episodio e poi passare subito ad altro, senza che tra i vari testi ci sia necessariamente una concatenazione logica. In un libro o in un romanzo ci deve essere coesione e omogeneità di contenuti.
  • Nella scrittura di testi brevi, non hai bisogno di concentrarti a lungo e le pause tra un testo e l’altro non ne condizionano la riuscita. Nella scrittura di un romanzo o di un manuale, le pause possono rappresentare un insidioso tranello.

Ecco quindi che, chi è abituato alle dinamiche tipiche della scrittura di testi brevi, quando si cimenta per la prima volta in un libro, può ritrovarsi smarrito.

Per non perdersi, però, basta conoscere i quattro pilastri su cui poggia il volume che hai in testa. E cioè: ispirazione, motivazione, organizzazione e tracking (o monitoraggio).

Oggi parliamo del primo di questi quattro pilastri.

L’ISPIRAZIONE

Sì, l’ispirazione si manifesta attraverso le idee (qui e qui trovi qualche approfondimento) ma, come ti dicevo, se sei abituata a testi brevi, sei anche abituata a sviluppare idee brevi o di media lunghezza. Idee che reggono quelle tre, quattro, dieci pagine. Per scrivere un libro devi esercitare la capacità di sviluppare idee più ampie, articolate, che reggano centocinquanta, duecento pagine senza diventare la ripetizione ciclica degli stessi due concetti.

Come fare quindi?

  • Dedicati a un po’ di brainstorming. Prendi l’idea che in questo momento ti attira di più e prova a smembrarla in tutte le sue componenti, dopodiché verifica se queste componenti si prestano a diventare altrettanti micro argomenti. Hai presente come funziona in matematica? Le idee possono essere come i numeri composti o come i numeri primi. I numeri composti si possono suddividere in altri numeri più piccoli, mentre i numeri primi no. Provando a scomporre la tua idea ti rendi subito conto se hai in mano un’idea “numero composto” o un’idea “numero primo”. Nel caso di un’idea “numero composto”, puoi cominciare a creare una scaletta con gli elementi che hai trovato. “Scrivere un romanzo rosa” è sicuramente un’idea numero composto perché si può scomporre in moltissimi sotto argomenti. “Come scegliere il nome del tuo protagonista”, è decisamente un’idea numero primo che non ha molte probabilità di reggere per cento pagine e più.
  • Se ti accorgi di avere per le mani un’idea “numero primo”, per restare nel campo matematico, prova a sommarla a un’altra idea o a moltiplicarla. Per esempio, “Come fare decluttering della scrivania” è un argomento “numero primo” che però puoi ampliare in “Semplifica la tua vita facendo il decluttering di tutti i cassetti di casa” o “Il decluttering della scrivania e la tua missione sul lavoro”.

Perché se non hai per le mani un’idea sufficientemente articolata, è molto probabile che, arrivata ad un certo punto, tu non sappia più come andare avanti.

NEL PROSSIMO POST TI PARLERÒ DEGLI ALTRI TRE PILASTRI. NEL FRATTEMPO, PROVA A PENSARE SE L’IDEA CHE TI FRULLA IN TESTA DA UN PO’, PER UN LIBRO, APPARTIENE PIÙ ALLA CATEGORIA DEI NUMERI PRIMI O DEI NUMERI COMPOSTI E SE TI ACCORGI CHE RICADE NELLA PRIMA CATEGORIA, LAVORACI SU PER AMPLIARLA!

SE L’ARGOMENTO IDEE TI AFFASCINA LEGGI QUESTO LIBRO DEDICATO PROPRIO A IDEE E CREATIVITÀ.

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Le osservò i capelli biondi, chiari come fili di madreperla lucente e provò la tentazione di farseli scorrere tra le dita. Ma si trattenne. Lo sguardo azzurro di Anais era così carico di elettricità che, probabilmente, se l’avesse toccata sarebbe stato sbalzato direttamente fuori dal locale in uno sfrigolio di scintille.
«Cosa ci fai qui?» gli chiese, con le guance arrossate, forse per l’escursione termica tra il dentro e il fuori. Forse… per lui?
«Ho bisogno di parlarti.»
«Non parlo con i giornalisti.»
Ovviamente.
London accennò con la testa a Tizio. «Solo con i buttafuori?»
«E i ballerini.»
«Buono a sapersi.»
Anais gli rivolse un’occhiata sospettosa. Abbassò la cerniera del giaccone con un movimento brusco e se lo scrollò dalle spalle.
London le indicò la sedia con un gesto cavalleresco. «Prego.»
Una breve esitazione, poi Anais gli passò accanto. London trattenne il fiato.
Il piano era avvicinarla e in qualche modo chiederle di Morgan. Ma la cosa si stava facendo più difficile del previsto. Lui le difficoltà le aveva previste quasi tutte, ma non che avvicinarla avrebbe significato anche sfiorarla.

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[OGGETTO MISTERIOSO] Nella novella, London riesce [OGGETTO MISTERIOSO]
Nella novella, London riesce a ottenere l'occasione professionale che desidera grazie a un oggetto. Quale?
Una chiave antica?
Un prezioso sonaglio per neonato?
O una campanella in argento?
Leggi la novella e scoprilo!

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[IL DRINK DI DAC] 
In Dance at Christmas, London è un uomo raffinato ed elegantissimo che ovviamente quando non va al bar non può ordinare un semplice Spritz! Nella novella infatti beve un Boulevardier. Lo conosci?
Il Boulevardier è un cocktail nato nel 1927, come variante del Negroni.  L'origine del cocktail è attribuita a Harry Mc Elhone, barman dell'Harry's Bar di Parigi. Harry Mc Elhone preparò allo scrittore Erskine Gwynne un drink a base di Vermouth dolce, Bourbon Whiskey e Campari, riportato nel libro "Barflies and Cocktail" del 1927 con il nome "Boulevardier" in onore all'omonimo mensile di moda redatto dallo stesso scrittore.
Se vuoi provare a cimentarti, ecco come si preparara:
30 ml di whisky
30 ml di vermut
30 ml bitter campari
scorza di limone qb

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[LA BOX] Per festeggiare l'uscita di Dance at Chri [LA BOX]
Per festeggiare l'uscita di Dance at Christmas ho creato una box limited edition.
Al suo interno ho messo:
- una bomba da bagno a forma di stella
- una tisana di Natale sufficiente per almeno due infusioni
- un sacchetto di biscotti glassati a forma di fiocco di neve
- una copia cartacea della novella
- l'elenco ingredienti della tisana e dei biscotti.

Ne vuoi una? Scrivimi in DM per acquistarla. Ne sono rimaste 2!

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