Uno dei fraintendimenti in cui è più facile cadere, è pensare che per diventare scrittrici migliori dobbiamo diventare scrittrici diverse. Se scrivi quando sei ispirata, dovresti imparare a scrivere sempre. Se scrivi di getto, dovresti imparare a pianificare tutta la storia. E se sei una pianificatrice, dovresti imparare a seguire l’istinto.
Invece, per migliorare come scrittrice, uno dei passaggi importanti è lavorare quello che già si è, non su ciò che non si è.
PANTSER O PLOTTER
Di sicuro conosci queste definizioni. È pantser la scrittrice che comincia a scrivere senza costruire personaggi, né trama, quella che non fa scalette, che non pianifica la storia, che non sa cosa scriverà né come finirà. La plotter è il suo esatto opposto: è quella che costruisce i personaggi nel dettaglio, che fa una scaletta precisa, che a inizio libro sa già cosa scriverà, come comincerà e come finirà.
È pantser la scrittrice che ha bisogno di vivere il tragitto, per sceglierlo. Ha bisogno di sperimentare le situazioni, per descriverle. Ha bisogno di essere NEL libro per raccontarlo, altrimenti non lo vede, non lo sente, non lo percepisce. La plotter invece ha bisogno di vedere il libro da FUORI, da una posizione che le permette di spingersi con lo sguardo lontano e che comincia a scrivere una storia solo quando se ne sente padrona.
Ma in realtà nessuna di noi è completamente una o l’altra. Questi sono i due poli opposti della linea su cui ci posizioniamo a seconda che siamo più propense alla progettazione o alla scrittura libera. Io, per esempio, amo costruire i miei personaggi individuando alcuni elementi chiave, conosco alcuni dei turning point più importanti e di solito so anche come voglio che i personaggi evolvano. Ma poi mi piace scrivere liberamente e costruire di volta in volta le scene che portano da un turning point all’altro, facendomi sorprendere, spesso, da eventi e personaggi.
MIGLIORARE COME SCRITTRICE
Se vuoi migliorare come scrittrice, perciò, non significa che se sei una plotter devi diventare una pantser e viceversa. Non c’è un modo solo e “giusto” per essere una scrittrice. C’è il modo che funziona per te. E da questa riflessione nascono le due strategie.
- esercitati in ciò che già ti è congeniale (per esaltare ciò che ti viene bene)
- sperimenta ciò che potrebbe esserti congeniale nel metodo opposto (per avvicinarlo a te).
In altre parole, migliorare non significa diventare ciò che non si è, ma diventare ancora più brave in ciò che si è e avvicinare a sé ciò che è lontano da noi affinché ci arricchisca.
QUALCHE CONSIGLIO CONCRETO
Se sei una pantser, o propendi verso quella parte dello spettro:
- arretra di un passo e prova a vedere la storia da una prospettiva più ampia, per sperimentarla in modo meno immersivo ma più “panoramico”: potrebbe aiutarti a non finire nel solito vicolo cieco
- scrivi velocemente senza indugiare troppo nei dettagli per scoprire tutta la storia il prima possibile: potrebbe aiutarti a farti un’idea generale di ciò che vuoi raccontare, senza bisogno di fare scalette
- impara a lavorare per scene: la scena rappresenta una micro storia e se impari a padroneggiarla acquisirai pian piano anche un istinto migliore nei confronti della macro storia (se non lo hai ancora scaricato, qui c’è il mio workbook per scene che brillano!)
- scrivi la scaletta “dopo”: una volta che sei arrivata in fondo, riporta su un foglio la sequenza di scene o eventi e studiali per vedere come si concatenano, dove possono essere migliorati e se creano un flusso fluido
- Tieni un diario della scrittura che ti permetta, a posteriori, di individuare cosa ha funzionato e cosa no, che ti mostri le dinamiche virtuose o i punti in cui hai arrancato; i dubbi che hai dovuto risolvere e i momenti in cui ti sei sentita più ispirata.
Se sei una plotter, o propendi verso quell’estremo dello spettro:
- a ogni romanzo, prova un nuovo metodo di scalettatura (ce ne sono moltissimi, dal metodo Snowflake a Save the Cat al Viaggio dell’Eroe ecc)
- divertiti a scrivere delle scene non previste o dei “cut off”, non importa se non li inserirai davvero nel romanzo, l’importante è vedere cosa succede, sapendo che non influirà su quanto già programmato, a meno che tu non lo voglia
- accetta di non sapere tutto della tua storia prima di cominciare a scrivere e presta attenzione a come lo scopri e quando lo scopri per capire come funziona il tuo intuito quando lo lasci libero di esprimersi
- annota le idee che ti vengono mentre scrivi, senza implementarle, e successivamente, una volta terminata la stesura del romanzo, riprendile in mano e valuta quali avresti potuto utilizzare, in modo da imparare a riconoscere quelle valide e sentirti più sicura nell’usarle anche se ti portano fuori dal sentiero prestabilito
- Tieni un diario della scrittura che ti permetta, a posteriori, di individuare cosa ha funzionato e cosa no, che ti mostri le dinamiche virtuose o i punti in cui hai arrancato; i dubbi che hai dovuto risolvere e i momenti in cui ti sei sentita più ispirata.
Come vedi, l’ultimo punto è valido per entrambi i tipi di scrittrice. Perché per migliorare come scrittrice la consapevolezza è lo strumento principale.
SE VUOI SCRIVERE UN MANUALE, PERÒ…
Nel caso della scrittura professionale, se cioè vuoi scrivere un manuale, un saggio o un libro di self help collegato alla tua attività, la distinzione tra plotter e pantser si annulla quasi, perché questo tipo di libro di solito viene progettato sin dall’inizio visto che deve essere funzionale a uno scopo, quello di comunicare la tua competenza, attirare clienti, porti come voce autorevole, tutti passaggi che lasciano meno spazio all’improvvisazione e alla spontaneità e la struttura del libro va progettata affinché il risultato sia raggiunto in tempi rapidi. A questo proposito, hai già fatto il mio test dedicato ai libri di questo tipo? Ti aiuterà a scoprire qual è la forma di manuale più congeniale per te e per arrivare alle tue clienti!
Ora tocca a te. Tu in che tipologia ti riconosci? E quanto c’è di te, della tipologia opposta o cosa ti intriga e ti piacerebbe sperimentare?
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