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Dieci (+ una) idee furbe dove organizzare il tuo writing retreat

Edy Tassi | 10 Luglio 2019 | Organizzazione, Vita da autrice

Dieci idee furbe dove organizzare il tuo writing retreat

 

Ehilà!
Dimmi, dopo il mio post di mercoledì scorso non “friccichi” anche tu dalla voglia di organizzare un writing retreat?

Se hai seguito le mie indicazioni, hai già individuato il momento perfetto per te e la tua famiglia. E spero che tu abbia segnato la data sul calendario, perché ricordati che se non è in agenda, non esiste (lo sai anche tu… se non prendi nota di un impegno, succede sempre qualcosa per cui quell’impegno salta, quindi è fondamentale segnarlo in modo che tutti, ma proprio tutti non se ne dimentichino, tu compresa).

Ora però è il momento di fare il passo successivo, cioè: IL DOVE.

Dove si terrà il tuo favoloso writing retreat?
Indipendentemente da quanti giorni vuoi (o puoi) dedicare a questo progetto, le opzioni principali sono ovviamente due. A casa tua, o in un altro luogo.

A CASA.

Questa soluzione presuppone che a uscire dalla porta siano tuo marito, i tuoi figli, i tuoi genitori o i tuoi fratelli. Insomma, tutti quelli che abitano con te. Se non trovi resistenze in questo senso, ottimo!
Convincili a puntare la sveglia di buon’ora, osserva con occhio di falco che non dimentichino nulla, accompagnali alla macchina, sventola per qualche secondo il fazzoletto mentre si allontanano e quando hanno svoltato l’angolo precipitati al computer!

Ripeto: precipitati al computer!

E nel caso non avessi capito… PRECIPITATI AL COMPUTER!

Perché uno dei rischi maggiori di organizzare un writing retreat in casa propria è di fare tutto tranne che scrivere.
Funziona più o meno così:

“Oh, adesso che sono sola, prima faccio i letti, poi scrivo. Ehi… ma guarda quanta polvere su quel ripiano… quasi quasi do una spolveratina, tanto ho tutta la giornata. E poi magari sistemo la scarpiera. Però potrei anche far prendere un po’ di aria ai materassi…”

Intanto si sono fatte le dodici. Tu non hai nemmeno acceso il pc e ti riprometti di farlo dopo pranzo. Mangi, sistemi la cucina (e intanto decidi che anche il cassetto delle pentole ha urgente bisogno di una remise en forme, per cui quando finisci di mettere tegami e padelle in ordine di diametro sono quasi le tre), quindi, finalmente, accendi il computer.

In quel momento però suona il telefono. È tuo figlio che ti chiede come sta andando il lavoro, tutto felice di averti lasciato spazio. Poi ti passa papà, che ti passa la nonna.

Serve che prosegua? Immagino di no. Hai senz’altro capito che restare a casa è decisamente insidioso. Quindi attenta a non cadere nella trappola dei lavori da fare.

Se decidi per la soluzione “casalinga”, avvisa i tuoi di non chiamarti a meno di essere tutti contemporaneamente in codice rosso al pronto soccorso e tu NON GUARDARTI ATTORNO, nemmeno per fare i letti (hai visto, sono la porta dell’inferno!).

Se invece i tuoi non possono assentarsi, e non puoi farlo nemmeno tu, prova a guardare la casa con occhi nuovi, alla ricerca di un angolo discreto in cui appartarti per il tempo necessario.

Una soffitta polverosa ma splendidamente isolata. Un angolo di giardino pieno di zanzare dove non si avventura mai nessuno. Una stanza con una serratura (e la corrispondente chiave). Ci siamo intesi. Un luogo in cui puoi appartarti per il tempo necessario a portare a termine il tuo writing retreat e che faccia capire al resto del mondo che vuoi davvero essere lasciata in pace.
Una volta identificato questo spazio, rendilo confortevole, crea l’atmosfera giusta. Basta una candela, una serie di penne o un quaderno nuovo, un bel bicchiere di acqua aromatizzata. E ovviamente un tavolo dove sederti al computer.

Nonostante le insidie che ti ho elencato poco fa, restare a casa, ti permette di avere a portata di mano tutto quello che ti serve senza fare bagagli, organizzare trasferte e compagnia bella. Il che può essere decisamente un grande vantaggio!

FUORI CASA.

Se hai deciso che per te “retreat” significa uscire di casa, allora le possibilità si fanno davvero infinite e per tutte le tasche. Cominciamo con quelle più semplici.

  • trova un’amica che esce alle 7 e rientra alle 20 per andare al lavoro e fatti dare le chiavi di casa sua. Offriti di farle trovare in cambio la cena pronta o di portarla fuori per un aperitivo.
  • lo stesso vale per i tuoi genitori/fratelli/sorelle: hanno una stanza da “affittarti” per qualche giorno? Approfittane e trasferisciti lì, come se andassi in ufficio. Anche in questo caso, ringrazia non con regali ma opere di bene: offriti di portare fuori il cane a fine giornata, o di andare a fare la spesa.
  • Informati sugli orari della biblioteca e trovati un angolino tranquillo lontano da studenti universitari che fingono di studiare, anziani che cercano qualcuno a cui raccontare gli ultimi settant’anni della loro vita e bibliotecarie intente a imparare il nuovo sistema di codificazione dei volumi.
  • Individua un parco con delle panchine comode in una posizione ombrosa e, manco a dirlo, defilata.
  • Fai un giro dei bar o delle pasticcerie. Se il titolare non ha niente in contrario, potrai approfittare della tranquillità delle ore con meno affluenza e trovarti con un toast pronto all’ora di pranzo.
  • Prova a individuare una biblioteca o un bar in una città vicina, così unisci la tranquillità al piacere di vedere un posto nuovo.
  • Compra un biglietto del treno di andata e ritorno in giornata per una destinazione lontana (tipo Napoli, se abiti al nord, Milano se abiti al sud). Investi in un posto in una zona silenziosa e poi… parti! Andare e tornare in giornata ti permetterà di dedicare tutto il tempo del viaggio alla scrittura, senza distrazioni, e con la possibilità di andare al bagno quando la natura chiama o di mangiare qualcosa quando lo stomaco brontola.

E se invece hai voglia di qualcosa di più impegnativo?

  • indaga tra le tue amicizie se c’è qualcuno che sta per andare in vacanza e ha bisogno di una “custode” per il proprio appartamento cittadino. Loro non dovranno preoccuparsi che il ficus benjamina si afflosci perché non lo bagna nessuno, tu avrai la possibilità di lavorare in un posto tranquillo e solitario. A te scegliere se fermarti anche la notte o rientrare a casa alla sera.
  • sempre indagando tra le amicizie, prova a vedere se qualcuno ha un appartamento in una località di villeggiatura che per il momento non usa e che è disposto ad “affittartelo” per un weekend o una settimana. Va bene qualsiasi cosa. Lago, montagna, mare, campagna.
  • se non vuoi appesantirti di debiti di riconoscenza, affitta un monolocale per una settimana in una città vicina. A Milano, per esempio, muovendosi con un certo anticipo, si trovano un sacco di residence che affittano monolocali per brevi periodi di tempo. Prova con un bed and breakfast.

 

Come vedi, ci sono un sacco di alternative. Comincia a pensarci ora e trova la soluzione migliore per il tempo a tua disposizione e per le tue tasche.

TI VIENE IN MENTE QUALCHE NUOVA ALTERNATIVA CREATIVA DOVE ORGANIZZARE UN WRITING RETREAT? CONDIVIDILA NEI COMMENTI COSI’ REGALERAI UNO SPUNTO NUOVO A TUTTI LE ALTRE LETTRICI DEL MIO BLOG!

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Gli splendidi ritratti in bio e le foto che abbelliscono la mia homepage sono della bravissima Marina Montorfano (aka M as Me).

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Ciao! Sono Edy Tassi. Amo scrivere, tradurre e occuparmi delle donne che hanno un tesoro da raccontare nascosto dentro di sé.
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"Mr X scese dal taxi e percorse i pochi metri che "Mr X scese dal taxi e percorse i pochi metri che lo separavano dalle porte girevoli dell'edificio..."
Bene, e chissenefrega?
I romanzi raccontano storie che devono essere il più possibile verosimili, nel senso di credibili. Ciò che viene raccontato può essere fantasioso, fantascientifico, il frutto di una creatività sfrenata, ma i lettori devono continuare a pensare che quello che viene raccontato potrebbe davvero accadere, se non in questa realtà, in una realtà parallela.
Così a volte accade che per rendere verosimile una storia, pensiamo di dover raccontare per filo e per segno ciò che avviene nella realtà, fin nei dettagli più noiosi, tipo Mr X che cammina per raggiungere la porta del condominio.
Invece non è così. In una storia dobbiamo raccontare quelli che potremmo considerare gli "highlights", solo ciò che conta, tralasciando appunto le scene in cui non succede niente ma i personaggi entrano ed escono da una stanza, scendono da una macchina per andare in un luogo qualsiasi, si spostano da qui a lì e di fatto, l'unica cosa che succede è che si consumano le scarpe.
📖📖📖
Conoscevi questa espressione? O ti vengono in mente scene di questo tipo?
📖📖📖
Ovviamente poi ci sono le eccezioni. Chi non ricorda la scena in cui Miranda Priestly arriva la prima volta in readazione? Ma lì tutto, dalle scarpe che scendono dal taxi, le riviste e la borsa sotto il braccio e l'andatura fanno da contrappunto al delirio che si sta scatenando negli uffici ed è tutt'altro che una scena inutile!

#edytassi #ispirautrice #perlesescrivi #scrivererosa #paroledellascrittura #writingtips #consiglidiscrittura #vitadascrittrice #ioscrivo #scriveresempre
"Dovremmo considerare persi i giorni in cui non ab "Dovremmo considerare persi i giorni in cui non abbiamo ballato almeno una volta" Nietzsche

Il 29 aprile si festeggia la Giornata Internazionale della Danza.
Se anche tu ami questa disciplina, hai già letto i miei romanzi in cui è proprio la protagonista?
Sono quattro volumi autoconclusivi, che però è comunque meglio leggere in fila, partendo da Assolo.
Eccoli in breve:
- Assolo, romanzo ambientato a Londra, è la storia d'amore tra Nicholas Morgan, un coreografo che mette la danza al di sopra di tutto e che vuole dimostrare al mondo quanto vale, e Arianna Radburn, una delle sue ballerine, che invece sembra mettere al primo posto tutt'altro e per la quale la danza è soprattutto un mezzo.
- Intervallo, una novella ambientata a Londra, è una piccola parentesi che separa la prima storia dalla seconda e che racconta un momento importante della vita di Nicholas e Arianna e mette sotto i riflettori il protagonista successivo Jakob Adams
- Passo a due, ambientato a Milano, è la storia di Jakob Adams un ballerino ossessionato dal bisogno di dimostrare di essere un vero uomo e Nadia Magni, una ballerina a cui hanno insegnato che non ci si può fidare di chi frequenta il mondo dello spettacolo
- Sipario, la novella conclusiva che svela un personaggio misterioso, di cui si è parlato tanto, ma che non era mai comparso direttamente nelle storie.

Li trovi tutti su Amazon!
Appuntamento con il manuale del mese! Stavolta, è Appuntamento con il manuale del mese!
Stavolta, è il turno di un libro meraviglioso, dedicato al concetto di tempo e alla sua gestione.
In questo video, preparati a:
😍 aprire gli occhi sulla storiella del vaso con le mele, i frutti di bosco e la sabbia
😍 scoprire che è meglio limitare i work in progress
😍 imparare quali sono le voci da ignorare nelle to-do-list
😍 scoprire dove si trova l'originalità e quali sono le virtù (insospettabili) della pazienza.
Se poi accarezzi anche tu il sogno di scrivere un manuale, un libro di self-help o un saggio come questo, corri a fare il test che trovi nei miei link in bio e scopri qual è il tipo di manuale perfetto per te!

#edytassi #ispirautrice #scrivererosa #readingtips #selfhelpbooks #consiglidilettura #nonfictionbooks #bookstagram #bookstagramitalia
Tre romanzi e due saggi/mauali. Sono piuttosto sod Tre romanzi e due saggi/mauali.
Sono piuttosto soddisfatta delle letture di aprile. Anche se tre su cinque non sono da standing ovation, le altre due mi hanno conquistata, letteralmente.
Eccole qui:
📖 Oliver Burkeman: uno stupendo saggio sul tempo. Sapevi che ciascuno di noi ha in media 4000 settimane di vita? Hai mai fatto il calcolo di quante ne hai già vissute? Questo testo è stato un fantastico spunto di riflessione, sul fatto che il tempo non è qualcosa che possediamo, ma qualcosa che SIAMO e che ciascuno di noi esiste nel tempo. Il tempo non è qualcosa separato da noi. Da leggere.
📖 Paola Chiozza: una chick-lit scritta benissimo, divertente, avvincente e chi più ne ha, ne metta. Mi è piaciuta la trama, l'ambientazione per me del tutto nuova, i dialoghi brillanti, la credibilità con cui Paola parla di astrofisica. Super super consigliato.
📖 Cecelia Ahern: una women fiction che è anche commedia romantica. Mi ha divertita il fatto che il titolo di ogni capitolo assomigliasse al titolo di un possibile manuale di self-help. Nel romanzo, Christine ha 15 giorni per aiutare Adam ad innamorarsi di nuovo della vita, ci riuscirà?
📖 Sarah Knight: questo per me è un libro no. L'autrice mi è sembrata più preoccupata di mettere in mostra la sua arguzia e la sua capacità di infarcire le pagine di parolacce. L'ho letto in un baleno ma non mi è piaciuto.
📖 Paola Servente: una commedia, anche questa. Carina, leggera, per me un filo troppo scarna nelle descrizioni e nelle atmosfere, ma l'ho letta volentieri. Cardiochirurgo contro cardiochirurgo.

Li hai già letti? Ce n'è uno di cui vorresti scorprire qualcosa di più?

#edytassi #ispirautrice #perleseleggi #readingtips #consiglidilettura #bookstagram #bookstagramitalia #leggosempre #libridaleggere
Conosci l'autrice di PS: I love you? Cecelia Ahern Conosci l'autrice di PS: I love you?
Cecelia Ahern è una delle mie autrici preferite e in occasione della festa di San Patrizio ti ho proposto una serie di storie dedicate ai suoi romanzi (le trovi in evidenza sotto "reading tips").
Oggi ho pensato di proporti la sua writing routine.
Una delle cose più interessanti, secondo me, oltre al fatto che inizia a scrivere ogni suo romanzo a gennaio (e ne scrive uno all'anno), è che per ogni romanzo scrive quattro stesure. La prima, la cosiddetta "zero draft" è quella che scrive di slancio, solo per se stessa. E' una stesura veloce e approssimativa. Poi c'è la seconda stesura, che riempie i vuoti lasciati nella prima. A questo punto invia la stesura all'editore, che suggerisce miglioramenti e modifiche, dai quali nasce la terza stesura e infine c'è la quarta stesura, quella definitiva.
Io ho calcolato che più o meno i conti tornano anche per me. Anche se, per esempio, Non c'è gusto senza te ha avuto praticamente due stesure sole. Ma è stata un'eccezione.

Tu conosci Cecelia? Quale delle sue abitudini di scrittura ti ha incuriosita di più?

#edytassi #ispirautrice #leggererosa #scrivererosa #writingroutine #perlesescrivi #writingtips #consiglidiscrittura #vitadascrittrice #scriveresempre #ioscrivo #bookstagram #bookstagramitalia
"La Ducati Diavel rombava fra le sue gambe. Marco "La Ducati Diavel rombava fra le sue gambe.
Marco mise la freccia all’ultimo minuto e si infilò bruscamente nel parcheggio di Villa Olmo. Zigzagando fra le macchine che facevano manovra, raggiunse il cancello della villa e, dopo aver dato gas con rabbia un’ultima volta, spense il motore. Si sfilò gli occhiali, tolse il casco e venne investito di colpo dall’aria fresca che saliva dal lago. Abbassò il cavalletto e smontò. Poi si diresse a passo di marcia verso il piazzale ricoperto di ghiaia che si allargava davanti alla villa.
C’erano grandi piante frondose e profumate, bordure fiorite che lui notò a stento. Individuò la prima panchina libera e si lasciò cadere con un grugnito scontroso, dando le spalle all’elegante costruzione neoclassica.
Perché te la prendi tanto?, si domandò, allungando le gambe e incrociando le braccia. Le cose stavano andando esattamente come si aspettava, no? Avrebbe dovuto essere contento di aver previsto tutto. Suo padre che lo chiamava per chiedergli consiglio, suo zio che lo tormentava con il suo sarcasmo. La riluttanza di entrambi a dargli ascolto.
La cosa veramente sorprendente era il fatto che lui avesse accettato di tornare e di prestarsi a quella pantomima." 

Effetto Domino
Romanzo autoconclusivo
Set: Lago di Como
Enemies to lovers
In esclusiva su Amazon e KU

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"Amore è quando continuo a rivivere nella testa l "Amore è quando continuo a rivivere nella testa le cose che abbiamo fatto insieme. Quando non posso fare a meno di programmarne altre, anche se non so se le realizzeremo mai. Quando di colpo ho come la sensazione che mi manchi qualcosa, in qualsiasi momento della giornata. Sono sempre bastato a me stesso, ma dal momento in cui ti ho conosciuta la vita che mi ero costruito attorno sembra essersi di colpo dilatata e aver lasciato un sacco di spazio vuoto da riempire."

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"Cara Gloria, come vedi, sono al corrente della tu "Cara Gloria,
come vedi, sono al corrente della tua esistenza. E ti domanderai perché non ti ho mai cercata. Forse avrei dovuto farlo quando potevo. Ma certe volte le occasioni perse non tornano.
Non so dove sei e non so cosa fai, se però hai tra le mani questa lettera è perché per qualche motivo sei arrivata a Como.
Chissà cosa ti avranno raccontato di me tua madre e tuo padre o le altre persone che mi conoscevano. Angela di sicuro ti avrà detto che ero un vecchio testardo. E se lo dice lei, è vero. Ma ora mi rimane poco tempo per continuare a esserlo.
Tua madre ha deciso di voltare le spalle a quello che le offrivo e tutto ciò che avrebbe potuto essere suo diventerà di qualcun altro se tu non tornerai a reclamare la tua eredità. Ma c’è qualcosa che desidero sia tuo e che voglio comunque mettere da parte per te.
La villa, l’azienda, i conti correnti sono tutte cose importanti, a cui ho dedicato la mia vita. Forse anche sbagliando. Ma c’è qualcosa di più.
Nella villa ho nascosto il mio tesoro più prezioso e che voglio arrivi comunque a te.
Nessuno sa cosa sia o dove sia, quindi è inutile che chiedi. Devi cercarlo tu. Trovalo e sarà tuo.
In caso contrario, rimarrà dov’è ora. Anche per sempre.
Giovanni"

Effetto Domino
Romanzo autoconclusivo
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Sei una che preferisce stare dentro la palla di ve Sei una che preferisce stare dentro la palla di vetro o fuori?
✨✨✨
Una domanda strana, lo so. Ma di recente ho letto un libro dedicato al blocco dello scrittore, nel quale l'autrice, Becca Syme, si pone proprio questo interrogativo.
Ci sono autrici che hanno bisogno di essere dentro la palla di vetro, cioè dentro la storia, e sperimentarla dall'interno, per poterla scrivere. Altre invece hanno bisogno di vederla nel loro complesso da fuori, da una certa distanza. 
Questo mi ha ispirata a scrivere l'ultimo post, che trovi nel link in bio,  dedicato a un fraintendimento in cui spesso cadiamo tutte. Cioè credere che per diventare scrittrici migliori, dobbiamo diventare scrittrici diverse. Tipo decidere che per migliorare devi diventare una plotter (cioè qualcuno che prima fa tutta la scaletta della storia) se sei una pantser (cioè qualcuno che scopre la storia man mano che la scrive).
🎇🎇🎇
In realtà non è così. Perché per migliorare spesso ha più senso lavorare su ciò che si è, piuttosto che su ciò che non si è, e provare ad avvicinare a sé ciò che ci è lontano, senza cercare di stravolgere tutto. Per esempio, potrebbe essere interessante provare a progettare i personaggi e lasciare che siano poi loro a raccontare la storia, avvicinando a te una tecnica da plotter e adattandola al tuo essere pantser.
💕💕💕
Cosa ne pensi?
In che modo tu hai provato a "migliorarti" lavorando in una direzione opposta a quello che sei, e magari non hai ottenuto i risultati sperati?

Photo by @deerspensa_studio 

#edytassi #ispirautrice #perlesescrivi #scrivererosa #paroledellascrittura #writingtips #consiglidiscrittura #vitadascrittrice #ioscrivo #scriveresempre #writingcoach #writingmentor

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