Libri sul comodino, libri nello scaffale, libri in salotto, libri nel reader, libri nel carrello di Amazon, wishlist in un numero imprecisato di librerie, buoni regalo e una reading list che non scende mai sotto i cinquanta titoli.
Questa è più o meno la mia situazione. Ti riconosci anche tu?
A ogni cambio di anno mi piace riflettere sulle mie abitudini di lettura e per molto tempo il criterio principale che mi ha guidata è stata la fame, la brama di accumulare titoli e possibili storie e possibili esperienze meravigliose. Perché per me leggere è come respirare. Non so vivere senza.
E a questo proposito, sai qual è uno degli interrogativi che mi assilla di più? Ma… in Paradiso, o in qualsiasi altro tipo di aldilà, si potrà leggere?
Non so tu, ma io non faccio che chiedermelo. E non conoscere la risposta (o peggio, temere che la risposta sia NO) è una delle cose che mi dispiace di più.
Sono veramente disperata, non scherzo, al pensiero di non poter più leggere un giorno e sogno un paradiso fatto come certe foto di Pinterest, o come la famosa biblioteca del Trinity College, con sale e sale piene fino al soffitto di scaffali che traboccano libri.
Ecco perché ho sempre provato quella specie di cupidigia. So che qui, in questa esistenza non potrò leggere tutto quello che è già stato scritto e non potrò leggere tutto quello che si scriverà. Le storie fantastiche che non ho ancora scoperto e quelle che potrei scoprire se, per esempio, campassi duecento o trecento anni. E forse ancora non mi basterebbe. Non arriverò mai alla fine della mia reading list.
Non so se ti ritrovi in queste parole e se, magari, come me a un certo punto hai cominciato ad accelerare la lettura dei libri, per riuscire a leggerne di più. Magari, come me, hai partecipato a delle challenge o a delle gare di lettura, anche solo con te stessa.
Ma poi, come me, forse ti sei resa conto che non potrai mai stare al passo e anche se campassi mille anni o riuscissero a impiantarti nel cervello un qualche programma di lettura rapida di ultima generazione, non potresti leggere tutto (e forse non ti godresti nemmeno la lettura). La tua reading list è destinata a non esaurirsi mai.
Quindi, che fare?
Il pensiero che non riuscirò a leggere tutto (che si è trasformato in una preghiera per un aldilà a forma di biblioteca) si abbina in una sorta di affinità elettiva alla regola che per scrivere bene bisogna leggere. E riflettendo su queste due considerazioni
- Non riuscirò mai a leggere tutto
- Per scrivere bene bisogna leggere
mi sono resa conto che mi indicavano una strada precisa.
Leggere con intenzione.
Se non posso leggere tutto e se per scrivere bene bisogna leggere allora non ha senso leggere a caso. Forse non ha senso nemmeno leggere solo e soltanto quello che ci piace. Forse c’è un criterio più interessante per scegliere cosa leggere.
E siccome quando cerchi una risposta, spesso l’Universo ti suggerisce quale, di recente mi sono imbattuta nei suggerimenti di Gabriela Pereira per compilare una reading list.
Sono suggerimenti validi sia se sei una lettrice sia se sei una professionista di qualche tipo, sia se sei una scrittrice.
Eccoli qui!
Come comporre una reading list “consapevole”
Partiamo dal presupposto che hai tutti i diritti di comporre una reading list come ti pare. A inizio anno ne compaio ovunque di ogni tipo e sei libera di farti ispirare da quella che suggerisce dodici titoli, quella che ne suggerisce ventiquattro, quella che punta sui generi, quella che punta sulle classifiche. È uguale.
Quella che ti propongo io è una reading list composta da quattro categorie di titoli che potremmo riassumere nelle 4C:
- Concorrenti: sono i titoli che rappresentano il genere in cui scrivi tu (o in cui ricade la tua professione o il tuo gusto). Se scrivi narrativa romantica, come me, scegli titoli che rientrano nella stessa categoria. Ti servirà per vedere in che modo sono simili al tuo lavoro, ma anche in che modo il tuo è unico. Se vuoi scrivere un manuale, l’effetto sarà lo stesso. Studia la concorrenza per misurarti e per differenziarti.
- Contestuali: sono i titoli che presentano una caratteristica simile o che affrontano un tema simile. Se per esempio stai scrivendo un romanzo in prima persona, potresti mettere nella tua reading list altri titoli scritti in prima persona (e non necessariamente nel tuo genere). Se stai scrivendo un manuale di self help dedicato a come esercitare la pazienza nel business, potresti mettere in lista altri libri dedicati alla pazienza (non nel business) o altri libri dedicati al business (ma non alla pazienza).
- Contemporanei: sono i libri del momento e per momento vanno bene i libri usciti negli ultimi due, tre anni. Metti nella tua reading list libri recenti che ti danno il polso del mercato, che ti fanno capire come si sta muovendo l’editoria in modo da restare aggiornata sulle tendenze.
- Classici: possono essere classici di narrativa o di non fiction. Ti servono per imparare dai “maestri”, quindi scegli i maestri del genere o della categoria in cui scrivi tu o che ami leggere tu. Se scrivi storie d’amore, la Austen non può mancare. Se scrivi manuali di creatività non puoi non aver letto la Cameron o la Gilbert.
Sulla quantità, puoi regolarti come preferisci. Uno o due per categoria possono essere sufficienti e lasciare spazio poi alle voglie del momento. Considera che le categorie possono sovrapporsi. Potresti leggere un libro concorrente che è anche contemporaneo, o un contestuale che è un classico ecc…
Cosa ne dici di questo shift? Non leggere con l’obiettivo di leggere il più possibile, ma di leggere con intenzione. E cosa ne dici di questi suggerimenti per comporre la tua prossima reading list?
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