Paura di scrivere? No, non ho sbagliato titolo.
In questo articolo voglio parlarti di un problema diffusissimo sia tra le scrittrici esordienti, sia tra quelle affermate. La paura di cominciare una storia che forse non riuscirai mai a finire.
A me succede ogni volta che apro un nuovo file. Guardo quella pagina bianca e mi domando: ce la farò a riempirne duencento? Trecento? QUATTROCENTO? E non importa se ho già scritto e pubblicato altri romanzi. Il dubbio arriva e anche la paura. Perché ogni libro è una storia a sé. Anche se sono piena di entusiasmo, anche se voltandomi posso vedere alle mie spalle la conferma che SO scrivere perché, guarda lì, ci sono quattro libri con sopra il mio nome a confermarlo.
Se poi la mia critica interiore è particolarmente in forma, eccola partire con la sua tiritera: «Stavolta tutti scopriranno che impostora sei», «Stavolta una figuraccia non te la risparmia nessuno» e via dicendo. Carina vero? Scommetto che qualcosa del genere capita anche a te, ogni tanto.
Questi dubbi però non devono bloccarti. O impedirti di fare qualcosa che ami. E per questo tra poco ti spiegherò alcuni trucchetti per evitare che accada. Sono gli stessi che ho imparato ad adottare io, perché il segreto non è non avere dubbi, ma trovare il modo di superarli. Come dice Roy Bradbury, infatti,
FALLISCI SOLO SE SMETTI DI SCRIVERE
e tu non vuoi fallire, lo so. Hai solo PAURA di fallire, di non riuscire a completare il tuo romanzo. Ma ecco un piccolo pronto soccorso che tirerà fuori la leonessa da tastiera che c’è dentro di te!
Decidi prima cosa scrivere
Se dentro di te ti senti una pantser, cioè una che apre il famoso file e comincia a scrivere come se non ci fosse un domani… e nemmeno una trama… allora ti suggerisco di cambiare approccio. Se sei ansiosa, se hai nel cassetto un sacco di lavori iniziati ma non conclusi, allora un po’ di sana programmazione non può farti che bene. Il che non vuol dire che devi per forza sviluppare la scaletta del tuo romanzo scena per scena, se proprio è una cosa che non ti viene. Ma stabilire una traccia, un percorso, questo sì. Trasformati un po’ in plotter e cerca di mettere a fuoco chi sono i personaggi principali, cosa vogliono, perché. Definisci le coordinate più importanti. Un minimo di preparazione ti aiuterà a non perderti tra mille alternative, tra personaggi che saltano fuori dal nulla e che nel nulla ripiombano perché te ne dimentichi. Ti aiuterà a trovare un filo conduttore su cui camminare. E a proposito di fili e cammini…
Impara a non guardare mai in basso
Scrivere è un po’ come camminare su una fune. Pensa a un equilibrista. Come fa ad arrivare da un capo all’altro di quella fune sospesa nel vuoto senza farsi prendere dalla paura? Un passo alla volta, senza distrazioni, trovando il giusto equilibrio e, soprattutto, tenendo ben fisso lo sguardo sul punto di arrivo.
Quando scrivi anche tu devi fare lo stesso. Non abbassare lo sguardo sul pubblico sotto di te, cioè le lettrici che aspettano il tuo lavoro. Non domandarti se la tua storia piacerà, se non piacerà, se te la stroncheranno, se la compreranno.
Non perdere la concentrazione scrivendo una pagina oggi e la prossima tra una settimana.
Come l’equilibrista, anche tu devi lavorare tutti i giorni per trovare l’equilibrio giusto sulla tua fune. E soprattutto…
Arriva fino in fondo
Come un equilibrista, non importa se all’inizio non hai stile, se ondeggi a destra e a sinistra, se sei così concentrata che ogni volta ti si forma una nuova ruga tra gli occhi.
Pazienza, imparerai a sorridere dopo, l’importante è arrivare in fondo alla fune.
Cosa vuol dire?
Che se hai paura di non riuscire a finire il tuo libro, la cosa più sensata da fare è scrivere, scrivere, scrivere senza pensare se quello che stai scrivendo va bene o no, senza censurarti. Purtroppo siamo abituate a scrivere e correggere, scrivere e correggere in un circolo vizioso che rischia di paralizzarci. È così vero?
Invece la cosa più utile è arrivare in fondo alla storia, come viene. Dopotutto chi se ne frega? È la prima stesura, non la vedrà nessuno tranne te. Ma è una prima stesura importantissima perché è lo scheletro su cui poi tu andrai a costruire muscoli, pelle, abiti e accessori.
Se rifletti troppo, se non prendi il coraggio di andare avanti, rimarrai come un equilibrista in bilico sulla fune, immobile, che rischia di cadere ancora prima di essere arrivato a metà.
Regala alla tua critica interiore una bella vacanza ai tropici
Proprio così. Mentre scrivi, non ascoltare la tua critica interiore che ti suggerisce di cambiare quella parola, di sistemare quella frase o che ti ripete di continuo che la tua è un’autentica, assoluta schifezza. Falle questo bel discorsetto: «Cara CI, so che parli per il mio bene, ma non è questo il momento. Vai a farti un giretto, prenditi un caffé, parti per una vacanza. Ti prometto che, una volta finita la prima stesura, ti verrò a cercare e potrai dirmi tutto quello che vorrai.» Lei non si sentirà inutile, saprà che verrà il suo momento e ti lascerà in pace. Magari i primi tempi sarai costretta a ripeterglielo più volte, dopotutto è abituata a interferire di continuo, no? Ma piano piano imparerà.
Esiste una teoria sulla gestione del tempo secondo la quale il lavoro andrebbe suddiviso in due macro momenti. Il momento del “making” e il momento del “managing”. Quello del “making” è il tempo in cui, per esempio, in un ufficio si idea, si progetta, si svolge l’attività principale del proprio lavoro. Quello del “managing” invece è quello dedicato alle attività corollarie e che servono perché tutto funzioni bene. Tipicamente, il tempo del “making” è la mattina, il tempo del “managing” è il pomeriggio.
Puoi fare tua questa tecnica e usarla per la scrittura. Dividi il tuo lavoro in due macro momenti. Il tempo dello scrivere e quello del correggere/revisionare/rifinire. All’inizio dedicati solo al “making” e solo quando hai terminato il “making” richiama dai tropici la tua critica interiore e dedicati al “managing”.
Non cercare di essere diversa da quella che sei
Non paragonarti a chi hai attorno. Guarda te stessa. Parti da quello che sei oggi e non pensare che per scrivere devi essere una persona diversa. Lavora sulle tue caratteristiche, su quello che ti rende diversa dalle altre e anche quello che scrivi sarà diverso dal resto. Pensa che non c’è nessuno di uguale a te sulla faccia della Terra e che hai qualcosa di unico da raccontare.
E infine
Copia questa bella citazione di Wayne Getzky, un noto allenatore di hockey su ghiaccio e appiccicala sulla bacheca appesa davanti a te, scrivitela su una mano, mettila come immagine del desktop, in modo da poterla leggere il più spesso possibile:
TUTTI I TIRI CHE NON FAI FINISCONO FUORI
Perché ricorda, vale sempre la pena di tentare un tiro.
SE VUOI IMPARARE QUALCOSA IN PIÙ SULLA NARRAZIONE FEMMINILE, NON PERDERTI IL MIO MANUALE, SCRIVERE ROSA. È PIENO DI INDICAZIONI E CONSIGLI CHE POSSONO AIUTARTI A PROSEGUIRE NELLA SCRITTURA. E SE INVECE HAI SVILUPPATO UN TRUCCO NUOVO TUTTO TUO CHE VUOI CONDIVIDERE CON ME E CHI MI SEGUE, SVELAMELO IN UN COMMENTO, SARÒ FELICE DI RENDERLO PUBBLICO!
Photo Credits. Edy Tassi TradAutrice
Ti ringrazio. Ho la continua ansia di continuare a scrivere tutti quei capitoli lasciati in sospeso che so non mi soddisferanno mai. La scrittura oramai mi fa stare male e questa è la cosa più tremenda per me: se prima era uno sfogo positivo, ora è diventata una gara a quanto potrebbe farmi stare male su una scala da 1 a 10. Tutto ciò per dire che, è bello non essere i soli ad aver provato sensazioni simili; grazie per i tuoi consigli, sono stati davvero utili.
Cara Sofia, grazie a te, di aver condiviso con me la tua esperienza. Scrivere è difficilissimo. E i sentimenti che provi tu sono una compagnia frequente. L’importante è sapere sempre che no, non siamo soli e soprattutto che la mania di perfezionismo non deve rovinare una cosa bella come questa. Dobbiamo tendere al meglio che possiamo fare, in questo momento, ora, con la consapevolezza che la perfezione difficilmente arriverà (e d’altra parte, anche quello che oggi ci sembra perfetto, fra qualche anno, rileggendolo, ci farà chiedere: “no, davvero è scritto io questa roba?!”. Quindi goditi la scrittura, in sé, perché è davvero una magia.