Ho sempre pensato che entrare nel flow sia un po’ come addormentarsi. Anzi, come camminare nel sonno. Una delle immagini che più mi vengono in mente è quella della classica ragazza che, in camicia da notte, si avventura sul cornicione di un palazzo, a dieci piani da terra. Il suo passo è sicuro, non si accorge di quello che le accade attorno e procede sul cornicione come se fosse un’autostrada a quattro corsie.
Il flow è qualcosa di simile. Uno stato alterato di coscienza, in cui non ti accorgi di quello che accade attorno a te (il linguaggio sportivo lo definisce trance agonistica) e quando ne emergi è come se ti risvegliassi. Però, a differenza del sonnambulismo, non rischi di svegliarti su un cornicione ma con un nuovo capitolo scritto.
Scherzi a parte. Riuscire a entrare nel flow ha tantissimi vantaggi, perché è nel flow che la mente dà il meglio di sé. Nel flow infatti non si trova solo la concentrazione, ma anche l’ispirazione, la scintilla creativa, la fluidità. Quindi, riuscire a raggiungere questo stato è uno strumento preziosissimo per chi scrive. Ma come si fa?
Servono due cose
Di sicuro hai assistito a uno di quegli spettacoli di illusionismo in cui un prestigiatore induce una persona scelta tra il pubblico in uno stato di trance. Ogni volta, l’illusionista o il prestigiatore chiede alla persona di fare dei respiri profondi e di rilassarsi. Poi, l’ipnosi vera e propria è indotta attraverso un trigger: un gesto, una parola, un suono.
Ma alla base di questo effetto c’è sempre un profondo rilassamento, un lasciarsi andare. Perciò, anche per entrare nel flow ideale quando si scrive, è necessario uno stato di rilassamento. Bisogna sentirsi nel posto giusto e abbandonarsi. Sapere che si è dove si deve essere.
Poi, ovviamente, c’è il trigger. Il trigger può essere un gesto qualsiasi, che associamo al momento della scrittura e che soprattutto il nostro cervello impara ad associare alla scrittura. Quando compi quel gesto, la tua mente sa che stai per scrivere e si predispone a “salire sul cornicione”.
Ognuno ovviamente può sperimentare. Il trigger è qualcosa di molto personale e non è detto che quello che funziona per qualcuno, funzioni per tutti. Qui di seguito però voglio suggerirti sei dei trigger tra i più noti (alcuni li ho trovati nel libro di Joanne Harris Costruisci la tua storia una parola alla volta, che ti consiglio di leggere perché è pieno di spunti interessanti).
6 Trigger per entrare nel flow
- Impersonare uno dei tuoi scrittori preferiti. Immagina di essere Sophie Kinsella, Federica Bosco o Fannie Flagg. Immagina di fare quello che farebbero loro. Chiudi gli occhi per qualche istante e calati nella parte.
- Adottare una divisa per scrivere. Questo è un metodo che non solo uso io stessa ma che consiglio di adottare alle mie clienti. Consiste nello scegliere qualcosa da indossare solo quando devi scrivere. Per esempio, indossare un cappello da cowboy o da baseball, mettersi il rossetto (quello che faccio io!), mettersi il profumo, indossare un certo anello o una certa collana ogni volta che ti accingi a scrivere. Deve essere qualcosa che non indossi in altri momenti ma solo quando scrivi.
- Scegliere uno o due oggetti da associare alla scrittura. Per esempio, un contaminuti che fai partire solo quando devi scrivere, tipo il classico uovo da cucina da appoggiare sulla scrivania. Oppure una candela con una profumazione particolare, una lampada da tavolo da accendere solo quando scrivi, o una musica di sottofondo o ancora un rumore di sottofondo (per esempio, potresti scegliere di scrivere sempre accompagnata dallo sciabordio delle onde).
- Aprire una porta immaginaria. Visualizza una porta rossa, appariscente, che separa il di qua, cioè lo spazio della non scrittura, dal di là (non al di là!) cioè lo spazio della scrittura. Ti siedi alla scrivania, fai qualche respiro e ti visualizzi mentre ti avvicini, afferri la maniglia la apri e dall’altra parte c’è lo spazio mentale e fisico della scrittura. Quando sei dentro, chiudi la porta dietro di te. In questo modo la tua mente sa che lì è protetta, è nel luogo dove scrivere.
- Purificare l’ambiente. Molte volte ci sediamo a lavorare con la mente un po’ intossicata da altre cose: pensieri, informazioni che abbiamo assorbito, notizie che abbiamo ricevuto. Quindi potrebbe essere utile praticare un rito di purificazione, sia nei confronti di noi stessi che dell’ambiente, partendo da qualcosa di semplice come lavarsi le mani o tracciare un cerchio protettivo attorno alla scrivania con dell’incenso o della salvia, fino a farsi addirittura una doccia. Sono tutti i gesti che contribuiscono a dire alla mente ora puoi concentrarti su questa cosa.
- Creare un album dei ricordi emotivi. Ogni volta che provi un’emozione, prendi nota di quello che hai provato e come lo hai provato. Amore, gioia, tristezza, nostalgia, dolore… annota su un quaderno o su un file come si è manifestata l’emozione dentro di te, cosa ha scatenato, come ha reagito il tuo corpo, che sensazioni hai provato. Arricchisci gli appunti con immagini. Prima di cominciare a scrivere, pensa al tipo di emozione che devi raccontare e usa il tuo album per ritrovare le sensazioni, per rientrare nelle sensazioni e quindi calarti meglio nella scena o nel capitolo che devi raccontare ed entrare nel flow.
- Fare il punto della situazione. Dedica cinque minuti del tuo tempo per fare mente locale: dove sei arrivata? Cosa stavi scrivendo ieri? E cosa devi scrivere oggi? Il prelavoro è sempre fondamentale per riprendere il filo e quindi facilitare il flow. Proprio per questo ho creato la mia agenda per scrittrici, che ti aiuta a non perdere il filo della storia ma anche a tenere traccia di come e quanto stai scrivendo.
Quale di questi trigger conoscevi o usi già? Quale ti attira di più? Te ne vengono in mente altri? Fammi sapere come va la ricerca del trigger giusto e che effetti ha sulla tua scrittura! E se vuoi restare aggiornata sui miei romanzi e sui miei servizi, iscriviti alla newsletter preziosa.
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